Dal Consiglio dei ministri agricoli europei riuniti in Lussemburgo arriva uno spiraglio di speranza per i produttori italiani, in particolare i frutticoltori, che questa estate hanno visto le proprie produzioni attaccate dalla cimice asiatica.
Le organizzazioni dei produttori di ortofrutta colpite dalla cimice asiatica «oltre al mancato reddito rischiano una riduzione dell’aiuto Ue con un doppio danno economico» è stato rilevato.
Per questo «la Commissione europea è pronta a valutare se derogare» alle regole sul finanziamento Ue dei programmi operativi (4,1% del valore della produzione commercializzata elevabile al 4,6% in caso il programma contenga misure per la prevenzione e gestione delle crisi) per «aiutare i produttori organizzati ad attenuare l’impatto delle perdite».
Così l’UE, nelle parole del commissario all’agricoltura Phil Hogan, apre alle richieste dell’Italia di aiuti per l’impatto della cimice asiatica.
La nota presentata dal nostro Paese al Consiglio agricoltura, che quantifica i danni da cimice in 500 milioni di euro, ha avuto anche l’inatteso appoggio di altre delegazioni, soprattutto Ungheria e Germania, che hanno ricordato come l’insetto arrivato in Europa una ventina di anni fa, già nelle passate annate si sia reso responsabile di danni sui raccolti.
Hogan ha ricordato che le organizzazioni dei produttori possono utilizzare normalmente strumenti Pac come i fondi mutualistici, ma si è detto disponibile a valutare aiuti specifici temporanei, per un anno, considerando la cimice una calamità eccezionale, proprio a partire dalla deroga ai tetti di finanziamento dei programmi operativi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 39/2019
Dalla cimice ai dazi, l’UE cerca rimedi
di A. Di Mambro
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale