Carbon farming, le opportunità per l’agricoltura fanno un passo avanti

Coltivare carbonio non vuol dire solo assorbimento e sequestro dell’anidride carbonica, ma anche riduzione delle emissioni dal suolo e dalla fermentazione enterica e del letame. L’affermazione, approvata a larga maggioranza dalla Commissione ambiente dell’Europarlamento, per una volta allineata al parere espresso dalla Commissione agricoltura, è importante perché apre la strada dei certificati carbonio per gli agricoltori, con annessa remunerazione, a tutta una serie di pratiche agricole che la Commissione europea voleva escludere.

Per la Direzione generale clima dell’UE il carbon farming è sempre stato solo assorbimento a lungo termine, essenzialmente forestale. Ma per gli eurodeputati la definizione deve essere più larga. «Dobbiamo ampliare le attività coperte dai certificati – ha affermato il presidente della Commissione ambiente, Pascal Canfin – perché quello che stiamo discutendo oggi prepara il terreno a un sistema di scambio di quote di emissioni per il settore agroalimentare». E cioè, potenzialmente, a un sistema di sostegno pubblico/privato all’attività agricola complementare o succedaneo alla Pac.
Il Copa e la Cogeca «accolgono con favore questo passo nella giusta direzione, che permetterà a un maggior numero di agricoltori di vedere i benefici di questo sistema».

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 36/2023»
Si allarga il concetto di carbon farming
di A. Di Mambro
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