Calo drastico dei livelli nei grandi bacini settentrionali e portate del fiume Po sotto quelle del 2019, mentre continua la difficile stagione idrica di Puglia e Basilicata: è questa la sintesi del bollettino dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche.
Al Nord, crollano le altezze idrometriche dei laghi Maggiore (7,1 cm contro una media di 68,7 cm) e Lario (4,0 cm contro una media di 71,7 cm); restano, invece, in media l’Iseo e il Garda, che continua a godere di ottima salute idrica.
Del progressivo deflusso dai grandi invasi beneficiano i fiumi della Lombardia, dove solo l’Oglio è in leggero calo; nel Veneto, tengono le portate dell’Adige e dei principali corsi con il Piave in ottima salute, grazie al ripetersi di copiosi fenomeni temporaleschi sull’area dolomitica.
Le portate del fiume Po, da tempo sotto media, sono ora, però, scese sotto quelle registrate un anno fa (a Pontelagoscuro: 738 metri cubi al secondo, mentre erano 807 nel 2019 e contro una media di 1.140).
«Situazione da tenere sotto controllo – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) – l’Osservatorio dell’autorità di distretto è già stato opportunamente convocato.»
In Piemonte, i principali fiumi (Dora Baltea, Sesia, Stura di Lanzo) sono in ripresa mentre l’Emilia-Romagna si conferma fortemente condizionata dall’andamento pluviometrico territoriale: se sorridono Reno e Trebbia, sono praticamente dimezzate le già sofferenti portate di Secchia e soprattutto Savio.
In Centro Italia, in una situazione di sostanziale stabilità idrica, si segnala il trend negativo degli invasi marchigiani, che in una settimana calano di 2 milioni di metri cubi d’acqua, avvicinandosi ai livelli del siccitoso 2017 (oggi trattengono 41,28 milioni di metri cubi contro 40 milioni di allora); nel Lazio, l’altezza idrometrica del lago di Bracciano scende a quote vicine al 2019 e il fiume Liri Garigliano segna un altezza idrometrica dimezzata rispetto all’anno scorso.
In Campania è buona la condizione dei fiumi Volturno e Sele, entrambi con livelli superiori allo scorso anno.
Al Sud prosegue la discesa delle riserve idriche trattenute negli invasi di Puglia e Basilicata. Nella prima regione il calo è stato di 12 milioni di metri cubi in una settimana (il deficit idrico rispetto al 2019 è ora di oltre 54 milioni di metri cubi), con un prelievo medio quotidiano di 1 milione di metri cubi dal solo bacino di Occhito. Nei 10 giorni scorsi, gli invasi lucani sono calati di 18 milioni di metri cubi, toccando un deficit di 60,72 milioni di metri cubi rispetto al 2019.
Infine, rimane confortante la situazione idrica dei bacini calabresi, mentre resta siccitosa la condizione di gran parte delle campagne siciliane.
«In questo quadro di incertezza per il futuro idrico del Paese – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – arriva quantomai importante, dalla ministra Teresa Bellanova, la notizia del bando di selezione delle proposte progettuali per interventi, con rilevanza nazionale, nei campi delle infrastrutture idrauliche con finalità economiche ed ambientali. La dotazione finanziaria è di circa 86 milioni di euro, di cui l’80% per il Sud Italia. I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono pronti.»