La proposta di convenzione di Agea con i Centri di assistenza agricola (Caa), che esclude dall’attività tutti i liberi professionisti non dipendenti di un Caa) continua a suscitare dure reazioni da parte delle categorie interessate.
Il Caa del Gruppo Liberi Professionisti (presente in 62 province italiane e in 15 regioni, con oltre 600 professionisti e 160 studi associati) ha inviato una lettera-appello ai rappresentanti degli enti di previdenza delle professioni agricole: Enpaia, Cassa di previdenza di periti agrari e agrotecnici, ed Epap, Cassa dei dottori agronomi e dottori forestali.
«Anche gli enti di previdenza del mondo agricolo – è scritto nella lettera – devono stare al fianco dei liberi professionisti, esclusi dal sistema dei Caa, come indicato nella proposta di convenzione di Agea. Una situazione che se confermata provocherebbe un danno economico diretto alle casse di previdenza di riferimento».
«Se la proposta venisse applicata – afferma Lorenzo Benanti, direttore del Caa Gruppo Liberi Professionisti – si avrebbe un vero e proprio terremoto all’interno del mondo delle professioni che operano in agricoltura. Mancati introiti per i professionisti e, quindi, mancati introiti per le rispettive casse professionali».
Si stima siano almeno 2.000-2.500 i professionisti che dovranno chiudere gli studi e così perdere la fonte del proprio lavoro.
Intanto il senatore Mino Taricco (Pd), insieme a una serie di suoi colleghi ha presentato un’interrogazione sul tema delle convenzioni Agea con i Caa per sollecitare la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova «a voler, sia pure all’ultimo, dato che le convenzioni dovrebbero essere firmate entro il 20 novembre, rinviare tale termine, e riaprire un confronto per ridefinire in modo puntuale vincoli, limiti, obblighi e responsabilità all’interno delle convenzioni al fine di ottenere tutte le garanzie richieste da tutti i sottoscrittori delle stesse, ma senza escludere a priori nessuno».