Numeri in crescita in Italia per la gestione del rischio in agricoltura nel 2022, con oltre 7 miliardi di valori assicurati e uno sguardo di fiducia nel futuro del settore. Serve però un cambio di passo per il comparto e il nuovo Fondo AgriCat di Ismea deve essere il grimaldello del cambiamento. È quanto è emerso dal convegno organizzato ad Assisi da Cesar, (Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale), Asnacodi Italia e in collaborazione con Ismea e Ania ad Assisi.
«Siamo al nuovo anno zero della gestione del rischio – ha detto il presidente di Asnacodi Albano Agabiti – l’attivazione del Fondo AgriCat ci permette di avviare un percorso straordinario e deve essere un veicolo per trasportare la gestione del rischio a 360 gradi in tutte le aziende; basti pensare ai 180 milioni di euro che mancano per coprire la campagna 2022». Il lavoro più grande, secondo il presidente, è «dare il via a questa nuova stagione contaminando tutto il territorio nazionale e mettere a disposizione tutti gli strumenti di gestione del rischio con lo scopo di allargare la platea degli assicurati».
Sull’importanza del nuovo strumento concorda anche il presidente di Ismea Angelo Frascarelli: «Con AgriCat, la società costituita il 21 luglio 2022, abbiamo attivato una struttura organizzativa snella con procedure informatiche idonee per consentire agli agricoltori la denuncia dei danni catastrofali. Dal 2023 al 2027 ci sarà una disponibilità di 350 milioni di euro l’anno per risarcire gli agricoltori».
Per quanto riguarda il Piano di gestione del rischio in agricoltura 2023 (Pgra), sottoscritto nei giorni scorsi dal ministro Lollobrigida, ha detto Mauro Serra Bellini della direzione sviluppo rurale Masaf, è stata introdotta la semplificazione delle combinazioni dei rischi assicurabili per le produzioni vegetali e l’innalzamento dell’aliquota dal 65% al 70% per le polizze indicizzate. Sul fronte dei fondi di mutualità sono state aggiornate le combinazioni di rischi proteggibili».