La direttrice generale del Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Ida Marandola, è stata arrestata dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine della procura di Roma che hanno portato alla luce «gravi irregolarità» nella gestione dell’ente. Le misure cautelari riguardano anche altri 4 soggetti, accusati a vario titolo di peculato, abuso d’ufficio e falso. Il Gip ha anche disposto il sequestro di beni per 8 milioni.
Le irregolarità nella gestione riguardano, secondo quanto sostiene la Gdf, innanzitutto la scelta della nuova sede. Il Dg avrebbe indicato un numero di dipendenti superiore a quello reale e coś facendo avrebbe avuto la possibilità di selezionare l’immobile sul mercato e non di ricorrere a quelli demaniali a disposizione ma non in grado di soddisfare le richieste.
Agli indagati viene inoltre contestato di non aver ridotto, come previsto dalla legge sulla spending review, del 15% il canone d’affitto di due immobili, che avrebbe consentito un risparmio per lo Stato di 700.000 euro. E infine, dicono ancora inquirenti, sono stati commessi abusi sia nella procedura di stabilizzazione di alcuni precari del Consiglio sia nel pagamento di prestazioni professionali a due collaboratori che, in realtà, non hanno svolto alcuna attività lavorativa.
Oltre a Marandola, nei cui confronti sono stati disposti i domiciliari, la misura cautelare è scattata anche per un altro funzionario che si trova attualmente all’estero mentre per il dirigente dell’ufficio bilancio, il dirigente e un dipendente dell’ufficio gare e appalti è scattato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria.