Per effetto dei ritardi che si sono accumulati nell’approvazione della riforma Pac per il settennio 2021-2027, il nuovo regime partirà non prima del 2022, con una serie di novità che potrebbero apportare cambiamenti radicali nei pagamenti disaccoppiati e, addirittura, la soppressione dei diritti storici.
Tutto ciò ha delle implicazioni per gli agricoltori che nei prossimi 2-3 anni pensano di operare sul mercato dei titoli, con la vendita, nel caso ad esempio abbiano diritti in eccesso rispetto alla superficie in conduzione, o con l’acquisto, nella situazione opposta di prevalenza di terreni. E ha delle conseguenze anche per chi intende perfezionare delle operazioni sul mercato degli affitti di fondi rustici con titoli.
In entrambi i casi, è opportuno agire con cautela, perché, come ha insegnato la riforma Pac del 2013, la fase transitoria dal vecchio al nuovo regime dei pagamenti diretti è caratterizzata da una notevole incertezza che può portare a conseguenze impreviste, anche quando si ritiene di avere compiuto scelte razionali e prudenti.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 22/2019
La nuova Pac slitta, valore dei titoli tra tante incertezze
di E. Comegna
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