Cresce l’attesa per la pubblicazione del decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica in tema di comunità energetiche rinnovabili (Cer), i cui contenuti principali sono stati illustrati in un report recentemente pubblicato dallo stesso Ministero.
Le imprese agricole possono costituire una Cer, unitamente alle istituzioni locali, ai cittadini, alle associazioni di diversa natura e ad altre piccole e medie imprese del territorio. Le agevolazioni consistono in un incentivo in tariffa, riconosciuto per una potenza massima complessiva agevolabile di 5 GW. Inoltre a favore dei progetti che riguardano territori dei Comuni sotto i 5.000 abitanti è previsto un aiuto supplementare, sotto forma di contributo a fondo perduto per coprire il 40% dell’investimento.
La tariffa incentivante è composta da una parte fissa determinata in funzione inversamente proporzionale alla taglia dell’impianto, con tre fasce di potenza, di cui la prima inferiore a 200 kW (la tariffa incentivata è pari a 80 euro/MWh), la seconda compresa tra 200 e 600 kW (tariffa di 70 euro/MWh) e la terza superiore a 600 kW (tariffa di 60 euro/MWh). È prevista inoltre una parte variabile determinata in funzione del prezzo di mercato dell’energia.
Per l’accesso al contributo in conto capitale, è necessario che la potenza massima del singolo impianto o dell’intervento di potenziamento non risulti superiore a 1 MW. Inoltre è richiesto il possesso del titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto e il preventivo di connessione alla rete elettrica accettato in via definitiva.
I soggetti che fanno parte della Cer sono tenuti a individuare l’area dove realizzare l’impianto e la cabina primaria alla quale connettersi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 42/2023
Produzione di energia rinnovabile sempre più interessante
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