La Commissione europea si prende altri tre mesi per decidere sulla denominazione «aceto balsamico» contesa tra Italia e Slovenia.
La Commissione, che oggi avrebbe dovuto esprimersi sulla richiesta di Lubiana di poter utilizzare la denominazione come uno standard di prodotto, ha prolungato di tre mesi, fino al 3 giugno, il periodo di status quo per esaminare la questione.
È quanto emerge dalla consultazione del database Ue sulle notifiche di norma tecnica. Sul rinvio hanno probabilmente inciso anche le opposizioni notificate all’Ue, come quella di OriGIn, l’Alleanza globale dei consorzi di tutela, che ricorda come la proposta slovena si risolverebbe in una evocazione del prodotto tutelato, pratica in più circostanze indicata dalla Corte Ue come contraria al diritto comunitario.
Nei giorni scorsi, il ministro all’agricoltura Stefano Patuanelli aveva preso l’impegno a «fare tutto il possibile per difendere l’Aceto balsamico di Modena» ed eurodeputati italiani di diversi schieramenti politici avevano presentato interrogazioni alla Commissione europea.
Fonti del Mipaaf fanno sapere che dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è partita alla volta della Commissione europea la contestazione contro la decisione del governo sloveno di varare una norma con la quale qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato si potrà chiamare e vendere come aceto balsamico.