Parlamento, Consiglio e Commissione europea, dopo otto mesi di trattative dalla presentazione della proposta da parte del commissario Phil Hogan, hanno raggiunto un accordo per mettere al bando le pratiche commerciali sleali nella catena agroalimentare.
Lo ha annunciato, al termine del trilogo del 19 dicembre, l’eurodeputato Paolo De Castro, a capo delle trattative per il Parlamento, precisando che ora il 100% degli agricoltori e il 98-99% delle aziende europee saranno tutelati da pratiche inique e inaccettabili. È stata infatti portata da 50 a 350 milioni di euro la soglia minima di fatturato delle aziende agricole e delle imprese agroalimentari entro la quale sarà applicata in tutti gli Stati membri la nuova direttiva europea, con la possibilità per gli Stati membri di fissare soglie ancora più alte.
Secondo quanto riportato da De Castro le nuove regole dovranno essere rispettate anche dagli acquirenti di prodotti agroalimentari che hanno sede legale nei Paesi terzi. Inoltre florovivaismo, mangimistica, tabacco e cotone saranno ora protetti come tutti gli altri prodotti alimentari e agricoli.
Inoltre, i contratti tra fornitori e acquirenti dovranno essere scritti e chi subisce ingiustizie potrà denunciarle personalmente o tramite le associazioni mantenendo l’anonimato. L’acquirente non potrà avviare ritorsioni commerciali mentre l’autorità legale di contrasto avrà l’obbligo di agire in tempi certi.