Quello che è accaduto in questi giorni tra due importanti appuntamenti fieristici europei della meccanica agraria, oltre a destabilizzare gli equilibri dei tanti attori coinvolti (costruttori italiani in primis), ci induce alcune inevitabili riflessioni.
Il riferimento è lo scontro (fisico) tra il Sima-Simagena di Parigi ed Eima International di Bologna che nel 2020 cadranno nello stesso mese di novembre con due giornate di sovrapposizione: 8-12 la prima, 11-15 la seconda.
È ora di porsi delle domande. Prima fra tutte: gli obiettivi delle manifestazioni fieristiche rispondono o almeno sono in linea con le aspettative attuali di espositori e visitatori ovvero del mercato? Al giorno d’oggi, il ruolo, il successo, il riconoscimento e la solidità di una manifestazione fieristica sono ancora misurabili solamente attraverso il numero di visitatori ed espositori presenti? Con molta probabilità, per alcuni la risposta è «sì», ma per molti utenti (costruttori e visitatori) è «non più». Ora più che mai il prestigio di una manifestazione è da
ricercare nella qualità.
Qualità dei contenuti proposti. Grazie alle testate specializzate e alle informazioni on-line, i visitatori si presentano agli appuntamenti fieristici estremamente preparati: non gli basta più vedere macchine e attrezzature in vetrina e ascoltare le caratteristiche tecniche dei prodotti. Sono alla ricerca di dettagli, contatti e opportunità «tailor made», di dati su impatti agronomici ed economici. I costruttori, in prima linea durante le fiere, ne sono pienamente consapevoli, tant’è che alcuni iniziano a organizzare tour mirati anche a livello europeo attraverso i quali offrono un’esperienza esclusiva. Attività che richiedono investimenti cospicui e che alla lunga potranno erodere i budget destinati a manifestazioni non ritenute più strategiche. Nel mondo delle auto è un fenomeno che già si verifica.
La capacità di coinvolgimento, i contatti, i focus proposti, le tematiche analizzate, le tendenze messe in evidenza, la ricerca di soluzioni per far reddito, ma anche eventi in campo, sono tutti aspetti che, se ben strutturati e offerti, rappresenteranno un forte incentivo e stimolo per mantenere vive le fiere.
Altro aspetto strategico per preservare la «salute» delle manifestazioni è la qualità dei servizi logistici. Nell’era in cui tutto è veloce e il tempo è una risorsa limitata, i servizi a favore degli utenti sono indubbiamente una carta vincente: facilità di accesso, supporto e organizzazione durante gli allestimenti, trasporti pubblici dedicati per i visitatori, gestione efficiente della viabilità, parcheggi adeguati sono tra i primi aspetti da considerare.
Per tornare alla querelle tra Eima e Sima, il cambio di rotta intrapreso dagli organizzatori del Sima-Simagena (Comexposium e Axema) è alquanto sconfortante. Rappresenta l’ennesimo segnale che si aggiunge alla mancanza di visione europea che purtroppo ultimamente sta andando molto in voga in diversi Paesi. Il mancato confronto e dialogo a livello del Cema, l’Associazione europea che riunisce le associazioni europee dei costruttori di macchine agricole, denota l’assenza di una visione unitaria del comparto e di un intento di crescita comune da cui potrebbero trarre benefici sia le manifestazioni sia gli utenti, dei quali in questa vicenda sono stati completamente dimenticati gli interessi e le esigenze.
In un periodo in cui il percorso verso la globalizzazione è tracciato, la capacità di mettersi in discussione, saper ascoltare i mercati, essere aperti al dialogo e alle collaborazioni mantenendo una visione chiara d’insieme sono gli ingredienti che favoriranno la crescita e il respiro internazionale degli eventi fieristici. Tutto questo per dire che non è sufficiente cambiare date per riqualificare una manifestazione. Banalmente, se Agritechnica dovesse cambiare anno o stagione, rimarrebbe sempre il riferimento fieristico internazionale per la meccanica agraria.
Editoriale di A. Caroleo pubblicato su MAD-Macchine Agricole Domani n. 5/2019.