La pandemia prima e il conflitto russo-ucraino dopo hanno avuto conseguenze importanti sui prezzi delle materie prime e sulla catena di approvvigionamento, in particolare dei componenti elettronici, tanto da influire sulla disponibilità di macchine e attrezzature agricole.
Al presidente del Climmar (Associazione europea dei rivenditori e riparatori di macchine agricole e da giardinaggio che rappresenta 19.000 concessionari di 16 Paesi) Roberto Rinaldin, abbiamo chiesto quali effetti si sono registrati su tempi di consegna, prezzi del nuovo e mercato dell’usato e se attualmente il contesto può essere considerato «normalizzato».
«Siamo partiti – ha raccontato Rinaldin – da una situazione che vedeva i piazzali dei costruttori e dei concessionari di macchine agricole pieni di invenduto a causa della mancanza di domanda. Proprio quando la richiesta è ripresa a ritmi elevatissimi, come non si vedevano da anni, per via degli incentivi fiscali per la 4.0, è scoppiata la pandemia da Covid-19. La combinazione dell’incremento della domanda, dei rallentamenti della produzione e della distribuzione, dovuti ai numerosi lockdown in tutto il mondo, ha determinato carenza di prodotto sul mercato provocando l’allungamento dei tempi di consegna, arrivati fino a 20 mesi. A quel punto – ha proseguito Rinaldin – sul rally positivo delle quotazioni delle materie prime innescato dall’incremento degli acquisti si è scatenata la speculazione, generata dalla guerra in Ucraina. Il risultato è stato un forte aumento dei listini, che in un paio di anni ha raggiunto valori fino al 30%».
Tratto dall’articolo pubblicato su MAD – Macchine Agricole Domani n. 4/2023
Previsioni e obiettivi del presidente del Climmar
di A. Boschetti
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