Il 24 novembre scorso, presso la sala Piana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza, si è tenuta una breve cerimonia per la consegna del premio di laurea in memoria del professor Romano Demaldè docente di meccanica agraria, scomparso dopo una breve malattia il 16 luglio 2018 all’età di 67 anni, esattamente 38 anni dopo la sua laurea, con il massimo dei voti, in Scienze agrarie nello stesso ateneo.
Il premio, fortemente voluto dal figlio Andrea è riservato ad un laureato triennale del Corso di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali che abbia ottenuto il massimo del punteggio. Il riconoscimento quest’anno è andato al ventitreenne romano Leonardo D’Intino (nella foto al centro, a sinistra Marco Trevisan, a destra Andrea Demaldè).
“Il senso profondo di questo premio – ha spiegato durante l’incontro Andrea Demaldè – è quello di portare avanti i valori che mio padre ha condiviso durante tutta la sua vita: la formazione dei giovani e l’amore per la conoscenza e la ricerca, in particolare nel mondo della meccanizzazione agricola. Il suo impegno infatti – ha continuato Andrea – non si esauriva nelle aule scolastiche ma andava oltre, ad esempio con l’organizzazione di visite alle fabbriche dei principali costruttori di macchine agricole nazionali e con le esperienze in campagna. Un impegno – ha concluso il figlio del professor Demaldè – evidentemente gradito dagli studenti, molti dei quali si affidavano a lui per la tesi.”
Presente alla consegna del riconoscimento anche Marco Trevisan, preside della Facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali e collega, per circa trent’anni, di Demaldè. “Il professor Demaldè – ha sottolineato Trevisan a margine dell’evento – ha lasciato un segno profondo in ateneo con le sue lezioni e le attività di ricerca e questo premio, mette in luce la sua grande passione per l’agricoltura e in particolare per la meccanica agraria”.
“Durante la sua attività – ha spiegato Vito Prando, risicoltore vercellese, studente del professor Demaldè, con il quale presentò la tesi di laurea, e divenutone poi molto amico – Romano Demaldè ha avuto il merito di coniugare bene la didattica, fondamentale, con la pratica sul campo; posso dire con certezza che l’amico Romano è stato un trattorista prestato alla cattedra di meccanica agraria“.
Marco Limina