Nessuna inversione di tendenza nelle immatricolazioni di trattori in Italia. Dopo nove mesi il mercato è ancora bloccato, anzi in profondo calo, per trattori, mietitrebbie, trattori con pianale di carico, rimorchi e sollevatori telescopici.
I numeri sull’andamento delle vendite in Italia, forniti recentemente da FederUnacoma, la Federazione dei nazionale dei costruttori di macchine per l’agricoltura, sulla base dei dati rilasciati dal Ministero dei trasporti, sono impietosi e soprattutto confermano un andamento negativo che prosegue ormai da molto tempo.
Tra gennaio e settembre del corrente anno le immatricolazioni di trattori risultano in calo del 15,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (11.851 le unità immatricolate).
Perdita a due cifre anche per le mietitrebbie che cedono il 31,9% con 246 unità immatricolate.
Male anche il segmento delle trattrici con pianale di carico (motoagricole) che vanno sotto del 18,7% con un immatricolato di 405 unità.
Stessa musica per i sollevatori telescopici che con 751 unità immatricolate perdono il 18%.
Segno rosso, ma molto più contenuto, per i rimorchi che segnano un -2,8% con vendite di 6.034 unità.
Anche quest’anno, come i due precedenti, sembra caratterizzarsi da una forte emorragia di registrazioni in tutti i settori considerati da FederUnacoma: nel primo trimestre la contrazione delle immatricolazioni era stata del 25% per i trattori, di oltre il 56% per le mietitrebbie, del 18,4% per i trattori con pianale di carico, del 6,1% per i rimorchi e di poco più del 37% per i sollevatori telescopici.
A sei mesi le perdite risultavano consistenti ma più contenute per tutte le categorie: trattori -17,3%, mietitrebbie – 38,7%, trattori con pianale di carico -16,7%, rimorchi -4,1% e sollevatori telescopici – 24,1%.
Per quanto riguarda i trattori, con ancora tre mesi davanti per fare numeri, un passivo di oltre il 15% e soltanto 11.851 unità immatricolate, per pareggiare i conti con lo scorso anno all’appello mancano poco più di 5.700 unità; è davvero molto difficile immaginare di colmare questo delta e infatti, da più parti, si immagina una chiusura d’anno a circa 15.000 unità.
Marco Limina