È sempre interessante sedersi attorno a un tavolo e discutere qualche ora dell’evoluzione del settore delle macchine agricole. Anche se le domande sono le stesse, le risposte cambiano radicalmente al variare dell’interlocutore di turno e soprattutto al mutare delle condizioni economiche e sociali a livello globale.
Questa volta abbiamo incontrato il direttore generale di Kuhn Italia Giovanni Donatacci con il quale abbiamo affrontato le tematiche dell’andamento del mercato delle attrezzature agricole, degli aspetti legati allo sviluppo tecnologico, dei rapporti con la rete di vendita; il tutto alla luce degli ultimi grandi stravolgimenti mondiali causati dalla pandemia e più recentemente dalla guerra in Ucraina, che hanno imposto la modifica delle strategie produttive e commerciali praticamente in ogni settore economico.
Accanto a Donatacci, durante l’intervista, era presente Paolo Cera responsabile marketing e comunicazione della filiale italiana di Kuhn che festeggia quest’anno i 35 anni di attività in Italia.
Direttore partiamo dagli ultimi numeri di fatturato del gruppo Kuhn e della filiale italiana; come è andata l’ultima stagione?
Nel 2021 il gruppo Kuhn a livello globale ha realizzato ricavi per circa 1.220 milioni di euro, il 20% in più rispetto al 2020.
La nostra filiale ha sfiorato i 41 milioni di euro con una crescita del 23% rispetto all’anno precedente. Direi che il 2021 è stato per molti versi un «anno perfetto» caratterizzato dagli alti redditi per gli agricoltori, buone condizioni meteorologiche, forti incentivi all’acquisto. Tutto questo ha generato per quanto riguarda Kuhn Italia crescite del 35% nel segmento delle attrezzature per la fertilizzazione, del 139% per la difesa, 14% per la lavorazione del terreno, 13% per la semina, 20% per la fienagione, 54% per la raccolta e del 3% per le attrezzature per gli allevamenti, in questo ultimo caso però abbiamo risentito di problemi di reperimento dei componenti.
Mi sembra più giusto quindi paragonare l’exploit del 2021 con l’anno «regolare» 2019 quando la crescita era stata, sul 2018, del 20%.
Prodotti e tecnologia: quali sono le tendenze?
Tutte le nostre famiglie di prodotto sono costantemente sotto la lente di ingrandimento del nostro ufficio ricerca e sviluppo che investe mediamente 40 milioni all’anno per queste attività. A livello di componenti si stanno inserendo anche materiali nuovi come ad esempio il carbonio, l’alluminio e altro. Spingiamo molto, inoltre, sull’elettronica volta a semplificare il lavoro dell’operatore, ad esempio nelle fasi di settaggio della macchina, ma utilizzata anche per la manutenzione da remoto, divenuta ormai di routine grazie al nostro portale MyKuhn attraverso il quale il concessionario e cliente finale possono accedere anche per la richiesta dei ricambi. L’elettronica ha inoltre un ruolo fondamentale nello sviluppo di macchine che rispondano alle sempre più stringenti normative imposte dall’UE, e mi riferisco in particolare a quelle per la difesa e per la distribuzione a rateo variabile dei fertilizzanti. Fari puntati inoltre sulle nuove tendenze nel settore della lavorazione del terreno, con nuovi disegni degli utensili da lavoro, e della fienagione con la serie di andanatrici a tappeto e le nuove rotopresse combinate con fasciatore.
Qualche mese fa avete reso note le novità a listino per il 2022 insistendo sul concetto di macchine taglia XL e XXL e sembra abbiate strizzato l’occhio solo ai contoterzisti. È così?
Direi proprio di no, il concetto XL e XXL non è riferito solo alla dimensione delle macchine agricole, ma certamente anche agli imprenditori agricoli che cercano delle attrezzature di qualità e tecnologicamente avanzate. Si tratta di contoterzisti ma anche in molti casi di aziende agricole disponibili a investire perché appassionati del loro lavoro e convinti che la strada giusta da prendere sia quella dell’innovazione e della ricerca delle migliori soluzioni per dare reddito alla propria attività.
L’intervista completa sarà pubblicata sul n° 6/2022 di MAD Macchine Agricole Domani e disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale
Marco Limina