La gestione meccanica della Maccarese

30.000 chilometri l’anno è la distanza che Simone Sebastiano copre a bordo del pick up aziendale per svolgere il suo lavoro di tecnico all’interno dei confini della Maccarese.

L’azienda agricola si estende su una superficie di 3.200 ha nel comune di Fiumicino, tra l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci a Sud, la cittadina di Fregene e il litorale a Est e la linea ferroviaria Roma- Genova a Ovest.

Sebastiano fa parte di un gruppo di tecnici che si occupa degli aspetti agronomici, zootecnici e meccanici dell’azienda, sotto il controllo dell’amministratore delegato Claudio Destro.

Per realizzare questa intervista siamo saliti a bordo dell’auto e abbiamo percorso in lungo e in largo l’azienda, seguendo il ritmo del lavoro del tecnico, in uno dei momenti strategici per l’azienda: quello della semina del mais. Con lui abbiamo parlato soprattutto di come viene gestita l’azienda dal punto di vista meccanico.

Sebastiano ci troviamo all’interno di una tra le aziende agricole più estese e note in Italia; ci inquadra le attività aziendali con qualche numero significativo?

Il fatturato medio annuale dell’azienda Maccarese è di 15 milioni di euro ed è derivato per circa il 60% dalla parte zootecnica e per il 20% dall’energia grazie a due impianti di biogas; la restante quota di reddito arriva dal mandorleto e dalla coltivazione dei terreni. È giusto precisare che la nostra attività e quasi totalmente finalizzata alla coltivazione di prodotti per l’alimentazione del bestiame e per le centrali di biogas. In particolare produciamo: orzo, grano tenero, triticale e miscugli, erba di loietto, grano tenero e oltre 1.200 ha di mais, tra primo e secondo raccolto. All’esterno vendiamo solo grano duro, prodotto su circa 200 ha, e le mandorle. Coltiviamo anche 20 ha di cardo dal quale viene estratto l’olio per produrre bioplastiche. Complessivamente coltiviamo 2.800 ha mentre i restanti 400, localizzati sul litorale, li affittiamo ad alcune aziende agricole che producono ortaggi.

Attualmente la vostra dotazione meccanica è in linea con le necessità aziendali?

Sì, oltre a qualche aratro e alcuni ripuntatori abbiamo tutte attrezzature per l’agricoltura conservativa come i preparatori del terreno e le seminatrici da sodo; il nostro obiettivo è quello di arrivare a seminare anche il mais su sodo. Per quanto riguarda le macchine da raccolta disponiamo di una trincia e di una mietitrebbia, oltre che della Braud per la raccolta delle mandorle. Utilizziamo il servizio di qualche contoterzista nei trasporti e in caso di stagioni molto piovose, quando non riusciamo da soli a preparare i terreni per le semine. Qualche anno fa è capitato anche che in una stagione particolarmente secca il mais da pastone sia arrivato alla fase di raccolta tutto allo stesso momento e in questo caso abbiamo richiesto l’intervento di un contoterzista della zona, ma stiamo parlando di eccezioni. Il parco trattori varia dai modelli più piccoli da 90 CV ai più potenti che superano i 410 CV di potenza. Queste macchine lavorano 16 ore al giorno con turni di 8 ore per ogni operatore e per i trattori da oltre 240 CV facciamo circa 2.000 ore l’anno e dopo 4-5 anni li sostituiamo.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su MAD Macchine Agricole Domani n. 7-8/2023
La gestione meccanica nell’azienda Maccarese
di M. Limina
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