Crescono i timori per l’escalation dei prezzi del gasolio agricolo. A lanciare per prima l’allarme nei giorni scorsi è stata l’Uncai (Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali) che ha denunciato come il prezzo del carburante cresca nonostante il decreto Rilancio abbia annullato l’aumento programmato delle accise sulla benzina e sul diesel previsto nella Manovra 2020 per il periodo 2021-2023.
Il prezzo del gasolio – afferma Uncai – è passato in Italia da una media 1,248 euro/litro del 9 novembre a 1,445 euro del 22 marzo. Nel caso del gasolio agricolo agevolato da 0,33 euro/litro si è arrivati a quota 0,48, un livello che per un’azienda agromeccanica di medie dimensioni si traduce in un incremento di spesa in carburante agricolo agevolato di circa 15.000 euro rispetto a un anno fa.
Anche Coldiretti dal caro-carburanti teme un effetto a valanga sulla spesa alimentare, per l’aumento dei costi di trasporto, produzione, trasformazione e conservazione. Tanto più – spiega l’organizzazione agricola – se si considera che nell’intero sistema delle imprese agroalimentari la logistica arriva ad incidere fino al 30-35% sul totale dei costi.
Per Aproniano Tassinari, presidente dell’Uncai, «la situazione è delicata per tutto il comparto agroalimentare a partire dal settore agromeccanico, impegnato oggi nelle lavorazioni in campo e fra pochi mesi con la raccolta e il trasferimento su gomma dei prodotti».
«Senza interventi – ha detto Tassinari – si assisterà a un effetto a cascata sul costo dei servizi conto terzi e soprattutto dei beni alimentari».
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 12/2021
Allarme per il forte aumento dei prezzi del gasolio agricolo
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