Fondata nel 1973 la Faresin di Breganze (Vicenza) viaggia con il vento in poppa verso il traguardo dei suoi primi 50 anni di vita, guidata ancora saldamente da uno dei suoi due fondatori Sante Faresin, affiancato dalle figlie Silvia e Giulia. Una società tutta italiana, con ambizioni globali nella quale le scelte imprenditoriali traggono impulso dalle idee innovative dell’attuale management, del quale fanno parte anche le figlie, e dalla lunga storia.
Nel 1973 Sante Faresin e il fratello Guido iniziano a lavorare come fornitori del marchio Laverda, arrivando negli anni a gestire ben 6 aziende, tra cui Faresin Industries. Amore per la manifattura made in Italy, velocità nelle decisioni e nessun limite allo sviluppo dei prodotti e a quello commerciale sono le linee guida aziendali.
Abbiamo recentemente incontrato online i vertici della società per un’ intervista nella quale abbiamo cercato di raccontare la loro visione d’impresa.
Presidente, all’inizio degli anni Duemila avete iniziato a produrre i telescopici; come mai la scelta di ampliare la gamma di prodotto in un mercato già affollato?
Abbiamo preso questa decisione per la complementarietà dei due prodotti: carro miscelatore e movimentatore telescopico sono un abbinamento molto richiesto negli allevamenti, soprattutto in quelli europei.
Ci sono altre tipologie di prodotto che potrebbero essere inserite a listino prossimamente?
Ci stiamo pensando. Noi abbiamo un piano industriale che prevede investimenti per 50 milioni di euro nei prossimi otto anni e queste risorse saranno allocate principalmente nei settori della ricerca e dell’innovazione sul prodotto, nei processi industriali e nelle strutture. Nel primo punto potrebbe rientrare, quindi, una nuova tipologia di prodotto, sempre destinata agli allevatori.
Ci può indicare la suddivisione del vostro business nelle due tipologie di prodotto attualmente a listino?
Il nostro fatturato, realizzato per oltre 85% all’estero, è generato per il 52-53% dalla vendita dei carri miscelatori con i modelli semoventi largamente in testa alle vendite con oltre il 70% di quota, e la restante parte deriva dai sollevatori telescopici con un leggero incremento per i modelli specifici per il settore industriale rispetto a quelli per l’agricoltura.
Nei prossimi anni vedo un progressivo aumento delle vendite di telescopici, soprattutto dei modelli ad alimentazione elettrica, destinati in maniera consistente al settore industriale.
L’intervista completa è pubblicata sul n. 5/2021 di MAD – Macchine agricole domani. L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale