Cnh Industrial il gruppo specializzato nella produzione di macchine per l’agricoltura e l’edilizia partecipata al 26,9% dalla holding finanziaria Exor presieduta da John Elkann, ha recentemente annunciato, in occasione di un incontro con la stampa dello scorso 29 giugno a Torino, nuovi investimenti in riqualificazione e R&D in Italia. A comunicarlo è stato Carlo Alberto Sisto, Presidente di Cnh Industrial per la regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) il quale ha anticipato che la società investirà oltre 5 milioni di euro nell’head office Emea di Torino: un progetto che prenderà il via il prossimo settembre e prevederà la realizzazione di spazi di lavoro innovativi per circa 1.200 persone; il nuovo head office di Cnh sarà pronto entro fine 2023.
Sisto ha poi illustrato il tecnologico progetto di Virtual testing previsto per Modena. Il 3% dei ricavi globali del gruppo Cnh sono destinati a finanziare attività di ricerca e sviluppo. Dei 240 milioni di dollari/annui previsti per la regione Emea, circa 100 milioni vengono destinati allo stabilimento di Modena dove è presente uno dei tre centri globali di eccellenza ingegneristici di Cnh Industrial dove si svolgono attività di R&D per tecnologie innovative e miglioramento di prodotto. All’interno dello stabilimento di San Matteo (Modena) la società realizzerà il primo simulatore per trattori al mondo. Il simulatore andrà ad arricchire il nuovo Centro tecnologico di Modena che prevederà sale, simulatori e altre tecnologie per migliorare la capacità di ricerca, sviluppo e test riducendo così i tempi di progettazione, i costi ad essi legati ma non per ultimo i profili di rischio e le emissioni di carbonio. L’inaugurazione del simulatore del trattore sarà prevista entro fine 2022.
CNH Industrial è presente in più di 200 Paesi nel mondo ed è il secondo produttore a livello mondiale di macchine agricole. Nel 2021 Cnh Industrial ha generato dei ricavi per 19,5 miliardi di dollari (valore che tiene già in conto della scissione con Iveco avvenuta ufficialmente a partire dallo scorso 1° gennaio 2022) dei quali il 76% (14,7 mld) provenienti dal segmento agricolo; il 16% dall’ambito construction e per il restante 8% dal Financial Service. A livello geografico, il contributo più rilevante alla formazione dei ricavi proviene dalle regioni Emea e Nord America (37% ciascuna), seguite dal Sud America (16%), mentre il restante 10% è composto dai mercati Asia Pacific, Australia e Nuova Zelanda.