Il 21 novembre scorso a Bruxelles il Cema ha rinnovato il proprio consiglio di amministrazione. Il cinquantacinquenne francese Thierry Krier, della società industriale Kuhn, azienda facente parte dell’associazione francese Axema, è stato riconfermato nel ruolo di presidente per un altro mandato della durata di un biennio.
Il Cema è l’associazione madre che rappresenta l’industria europea delle macchine agricole e può contare su 11 associazioni nazionali affiliate; la rete del Cema annnovera sia grandi aziende multinazionali sia numerose piccole e medie imprese per un totale di circa 7.000 industrie che producono 450 tipologie di macchine per l’agricoltura e che generano un fatturato di circa 40 miliardi di euro grazie al contributo di 150.000 dipendenti diretti.
Recentemente abbiamo chiesto al presidente Krier quali saranno le priorità dell’azione del Cema nei prossimi mesi a livello politico e la tendenza evolutiva del settore della meccanizzazione agricola che sta affrontando la grande sfida di una transizione tecnologica necessaria e che va accompagnata con forti azioni di comunicazione e formazione a favore degli imprenditori agricoli per centrare gli obiettivi di un’agricoltura sostenibile e alti livelli di sicurezza alimentare.
Presidente, congratulazioni per la sua rielezione. Su quali obiettivi di concentrerà l’azione del Cema nei prossimi due anni del suo mandato?
L’obiettivo sarà quello di continuare a sostenere l’azione dell’industria delle macchine agricole. Con la nostra ampia gamma di attrezzature e servizi, il nostro settore può offrire soluzioni ad alcune delle sfide più pressanti del nostro tempo, come l’instabilità ambientale e l’insicurezza alimentare. Il Cema rappresenta una grande industria che investe continuamente per sviluppare tecnologie avanzate. Dobbiamo lavorare con i legislatori, sia a livello nazionale che europeo, per assicurarci che il quadro politico e legislativo sia adatto a far sì che le nuove attrezzature e tecnologie raggiungano i nostri principali clienti, gli agricoltori. Questi ultimi devono essere messi nelle condizioni di poter investire in nuove attrezzature e tecnologie se vogliamo che raggiungano gli obiettivi di sostenibilità e garantiscano la sicurezza alimentare.
Il Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina hanno avuto ripercussioni sull’industria agromeccanica negli ultimi due anni; cosa prevede per il 2023?
È vero che il Covid-19, prima, e la guerra in Ucraina, poi, hanno portato instabilità, inflazione e un aumento vertiginoso dei costi di materie prime, componenti ed energia. Di conseguenza, il settore commerciale in Europa e a livello globale è diventato più volatile, e gli aumenti dei prezzi e le penurie di componenti da da parte dei fornitori rappresentano una sfida per l’industria nel suo complesso e per l’agricoltura in particolare, poiché le attrezzature che produciamo sono molto spesso utilizzate in periodi definiti dell’anno, in sincronia con il lavoro stagionale. Per quanto riguarda il 2023, il Barometro Cema, l’indagine mensile sull’industria europea delle macchine agricole, mostra che il clima aziendale sta migliorando di nuovo leggermente. I produttori attendono un primo semestre positivo, mentre per la seconda metà dell’anno si prevede una maggiore incertezza.
Marco Limina
L’intervista completa sarà pubblicata sul n. 1-2/2023 di MAD Macchine Agricole Domani e disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale