Il problema del cambio generazionale e, più in generale, dell’ingresso in azienda di giovani profili preparati, sono dei pensieri che a volte non fanno dormire sonni tranquilli agli imprenditori, di qualsiasi settore.
La mancanza di ricambio con giovani professionalità porta, in alcuni casi, a scelte anche drastiche come la vendita di parte o di tutte le quote delle aziende, di esempi ormai se ne contano a decine anche lungo tutta la filiera agromeccanica: dall’industria, al settore della distribuzione, fino alle aziende agricole.
Recentemente abbiamo incontrato un’azienda veronese, la Caffini che sembra, al contrario, essere in controtendenza; dopo aver celebrato nel 2024 i 100 anni di storia, ha aperto il suo secondo secolo con l’ingresso in azienda, già da qualche anno, dei figli; un segnale quindi molto positivo di spinta alla continuità nonostante il settore non stia vivendo un periodo particolarmente favorevole.
Dall’intervista ai fratelli Gerardo e Roberto Caffini, contitolari assieme alla sorella Valeria della società, sono uscite interessanti indicazioni sulla loro visione del mercato, sulle nuove tecnologie che avanzano a passo spedito nel settore, sull’organizzazione distributiva in Italia e all’estero, sulle aree di sviluppo del futuro e naturalmente sul ruolo delle nuove leve nell’organigramma aziendale.
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Partiamo con l’intervista proprio dall’ingresso dei giovani in azienda; quanti sono e che ruoli stanno ricoprendo?
Abbiamo già tre figli inseriti da qualche anno in azienda: i miei, Amedeo e Alberto, sono rispettivamente responsabile della produzione e della parte finanziaria mentre Jacopo, figlio di Roberto, si dedica all’analisi dei costi. Molto probabilmente, a breve, anche una figlia di nostra sorella Valeria entrerà in organico.
Voi tre fratelli mantenete la supervisione in quali ambiti?
Io continuo a seguire lo sviluppo dei prodotti, mio fratello Roberto tutta l’area commerciale mentre a Valeria è affidata l’amministrazione.
Qual è il fatturato dell’azienda?
Il ricavo dell’ultimo anno è stato di circa 17 milioni di euro con una quota del 65% realizzata all’estero. Scendendo ancora di più nel dettaglio, il 60% delle vendite è ottenuto con le attrezzature per le colture estensive, il resto nel segmento delle colture specializzate, frutticoltura, viticoltura e orticoltura. In particolare stiamo vedendo una forte spinta verso gli atomizzatori multifilari e quindi prevediamo una futura crescita in quel settore.
Ci sono aree del mondo dove prevedete un maggiore sviluppo dei vostri prodotti?
Continuiamo a lavorare nei principali mercati europei come Francia, Germania e Austria. In Africa lavoriamo in alcuni Paesi subsahariani come Senegal e Costa d’Avorio ma la penetrazione più alta l’abbiamo negli Stati del Maghreb. Abbiamo poi interessi in Messico e anche in America del Sud principalmente in Uruguay, Perù e un po’ anche in Cile. Il Brasile sarebbe un mercato molto interessante ma i dazi alle importazioni ci bloccano.
Settore ricerca e sviluppo e applicazioni di intelligenza artificiale: cosa state seguendo in azienda?
Stiamo lavorando, tra le altre cose, sulle telecamere multispettrali che oltre a gestire le quantità di soluzione e di aria in base alla situazione della vegetazione, raccolgono dati, ad esempio, sul numero dei fiori o dei frutti, sulla loro dimensione e sul colore ma soprattutto riescono a individuare le malattie al loro insorgere e ciò consente di tarare i piani di difesa in maniera molto efficace.
Sempre più i fondi di investimento entrano con quote importanti anche in società agromeccaniche: mai ricevuto offerte di questo genere e qual è il vostro pensiero in merito?
Le tentazioni ci sono state e ci saranno ancora ma come dicevamo all’inizio la passione dei figli per l’azienda ha indirizzato la nostra scelta nel continuare a investire in questo settore. Potremmo valutare, eventualmente, una collaborazione a livello industriale.
Continuerete a produrre solo qui a Palù?
Stiamo vagliando delle possibilità di delocalizzare parte della produzione attreverso delle joint-venture, per linee di attrezzature con bassi contenuti tecnologici, in Oriente.
Tratto dall’intervista in pubblicazione su MAD – Macchine Agricole Domani n. 3/2025
Caffini, inizia un secondo secolo di storia e innovazione
di M. Limina
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