Il 5 giugno scorso ad Alpen (Germania) si è tenuta l’assemblea del Cema, il comitato europeo dei costruttori di macchine agricole. Tra i temi all’ordine del giorno, l’esposto presentato da FederUnacoma, l’associazione dei costruttori italiani di macchine agricole contro l’omologa francese Axema in riferimento agli eventi fieristici Eima International di Bologna e Sima di Parigi, rispettivamente promossi dalle due associazioni.
La vicenda prende origine dalla decisione degli organizzatori francesi di cambiare il proprio calendario spostando il Sima dal febbraio degli anni dispari all’autunno di quelli pari, e fissando la prossima edizione nel novembre del 2020 in sovrapposizione con Eima International. Per chi volesse approfondire, tutta la vicenda è riassunta al seguente link: Lividi e cerotti per Sima ed Eima
FederUnacoma ritiene che, essendo le due fiere direttamente promosse dalle organizzazioni dei costruttori, la questione del calendario avrebbe dovuto essere, per gli aspetti relativi alla correttezza e alla concorrenza leale, discussa in ambito Cema, e che la condotta degli organizzatori francesi – i quali hanno proceduto in modo unilaterale senza informare le altre associazioni nella sede appropriata – vada contro i principi di collaborazione e di trasparenza che sono vincolanti per le associazioni che aderiscono al comitato.
In risposta all’istanza FederUnacoma (datata 19 aprile), l’Axema ha presentato una propria memoria (14 maggio) nella quale difende la propria scelta sostenendo che l’ipotesi di un cambio di data, prospettata a dicembre 2018 e gennaio 2019 agli organizzatori di Eima e della fiera tedesca Agritechnica, “non aveva incontrato alcuna opposizione”.
Si tratta – ha ribattuto FederUnacoma nel corso dell’assemblea – di affermazioni prive di ogni fondamento. “Abbiamo contestato questo spostamento in ogni sede, abbiamo aperto il contenzioso formale presso il Cema – spiega infatti il presidente Alessandro Malavolti – e alle prime avvisaglie di un cambio di calendario, molto prima che i francesi rendessero ufficiale la propria decisione, abbiamo persino convocato una conferenza stampa a Parigi durante il Sima, nella quale abbiamo avvisato gli organizzatori che qualsiasi ipotesi di sovrapposizione con l’Eima International sarebbe stata sleale verso quest’ultima e dannosa per le aziende espositrici e per gli operatori”.
A giudizio di FederUnacoma le argomentazioni francesi appaiono insostenibili in riferimento anche ad esternazioni fatte fuori dal contesto Cema. In una recente intervista rilasciata al giornale “Terre-net”, ad esempio, la direttrice del Sima Isabelle Alfano ha sostenuto che la decisione francese si giustifica con “la necessità di un’alternanza tra i due più grandi saloni europei, nelle due più potenti agricolture d’Europa, la Germania e la Francia”.
Un’affermazione anch’essa infondata – rilevano in FederUnacoma – giacché è noto che l’Eima ha superato di gran lunga il Salone francese in termini di visitatori, di espositori e di contenuti tecnici, e che le due grandi fiere di riferimento sono oggi, senza alcun dubbio, l’Agritechnica di Hannover e l’Eima di Bologna.
Il divario tra la manifestazione di Bologna e quella parigina – precisano gli organizzatori italiani – appare ancora più evidente se si consultano le statistiche ufficiali UFI, l’organismo internazionale che classifica gli eventi fieristici sulla base dei dati certificati e non delle semplici dichiarazioni fornite dagli organizzatori. Secondo le statistiche ufficiali UFI, nelle ultime edizioni il Sima non sarebbe mai andato oltre i 140 mila visitatori, avendone invece dichiarati nei propri comunicati stampa e nelle proprie pubblicazioni oltre 230 mila.
Se si considera che nell’ultima edizione (novembre 2018) l’EIMA ha superato i 317 mila visitatori ufficialmente certificati, la superiorità rispetto al salone francese risulta schiacciante. Anche per quanto riguarda il numero delle aziende espositrici lo scarto tra le due manifestazioni è vistoso: nelle ultime edizioni le statistiche UFI riportano una cifra non superiore alle 900 per il salone francese (a fronte dei circa 1.800 dichiarati dagli organizzatori), un numero che è pari alla metà degli espositori presenti ad Eima.