«I numeri in crescita del contoterzismo agricolo in termini di servizi erogati e di superfici lavorate a livello nazionale evidenziano che l’innovazione della meccanizzazione agricola passa prevalentemente dagli agromeccanici, con benefici oggettivi in termini di impatto ambientale, sostenibilità economica, redditività delle aziende agricole e diminuzione degli infortuni sul lavoro».
Lo ha detto Gianni Dalla Bernardina, presidente della Cai – Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, in occasione dell’assemblea annuale di Grosseto dell’associazione che rappresenta 18.000 imprese su scala nazionale e che sviluppa un giro d’affari di oltre 3,12 miliardi di euro.
Anche a livello europeo i servizi specializzati in agricoltura stanno registrando un incremento. Il numero di occupati equivale al 6,7% della forza lavoro a tempo pieno impiegata nel settore agricolo; il 25% circa degli acquisti di macchine agricole a livello europeo è realizzato da operatori agromeccanici; il fatturato dei servizi forniti dagli operatori agromeccanici rappresenta circa il 10% del valore della produzione agricola complessiva a livello europeo e in alcuni Stati membri si arriva fino al 20 per cento.
Forti delle recenti parole del sottosegretario alle politiche agricole, Franco Manzato («Gli agromeccanici sono agricoltori a tutti gli effetti e devono poter accedere agli aiuti per gli investimenti») gli agromeccanici di Cai puntano sulla possibilità di attingere ai fondi comunitari, come hanno ribadito Dalla Bernardina e il presidente di Confai Grosseto, Gian Carlo Ballerini.
«L’agricoltura – ha concluso Dalla Bernardina – è chiamata a una svolta, dove crescita produttiva, sostenibilità ambientale e redditività della filiera devono rappresentare gli obiettivi condivisi dagli operatori e dalla politica, senza più discriminazioni antistoriche».