Le zappatrici rotative, spesso indicate impropriamente frese, sono operatrici agricole da impiegare sia dopo l’aratura sia, se le condizioni lo permettono, direttamente su terreno sodo, per l’affinamento superficiale. Il movimento a cicloide degli utensili esercita un’azione di rimescolamento e affinamento dall’alto verso il basso del terreno con rottura degli aggregati più grandi, azione questa che dipende strettamente dalla velocità di rotazione, di avanzamento e dalla geometria dell’utensile.
In tale contesto Alpego, specialista in operatrici ad organi rotanti per la lavorazione del terreno, ha lanciato al Fima 2020 di Saragozza dello scorso febbraio la nuova Poker PF, disponibile in Italia da settembre. La nuova zappatrice rotativa Poker PF, formata da due unità ripiegabili, è offerta in quattro diverse larghezze di lavoro da 3,6 a 5 m per trattori fino a 260 CV (191 kW) di potenza. Caratteristica costruttiva distintiva il sistema di trasmissione centrale al gruppo rotore portautensili.
Lo sviluppo di questa macchina riunisce tutta l’esperienza maturata negli anni dal costruttore vicentino, con particolare riguardo all’ottimizzazione sia della trasmissione sia della combinazione degli organi coinvolti nella lavorazione del terreno su cui sono già previsti futuri sviluppi anche di funzionalità con controllo elettronico.
Presso un’azienda agricola del Veronese abbiamo provato uno dei primi esemplari nella versione più larga, la Poker PF500 da 4940 mm di larghezza di lavoro e 2960 kg con rullo packer.
La prova, con le caratteristiche tecniche e le impressioni del tester, è pubblicata sul n. 11/2020 di MAD – Macchine agricole domani.
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