Con la vendemmia già entrata nel vivo e le altre raccolte autunnali alle porte, in molte province la situazione legata all’ingresso dei lavoratori stranieri per le attività stagionali è davvero critica e complica ulteriormente la già grave carenza di manodopera del settore.
Ancora non tutti i 42.000 lavoratori autorizzati per il lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero dal decreto flussi 2021, emanato con forte ritardo e che ha quindi esplicato i suoi effetti solo quest’anno, sono riusciti a entrare in Italia a causa delle lentezze burocratiche degli Sportelli unici delle Prefetture e dei clamorosi ritardi nel rilascio dei visti da parte di alcuni consolati. Inoltre, si sono perse le tracce del decreto flussi 2022, la cui emanazione era stata preannunciata già nello scorso mese di giugno. Sembra evidente che la crisi di Governo e il conseguente scioglimento anticipato delle Camere abbia inciso sui tempi (e sulla decisione) della sua emanazione.
Nonostante l’accelerazione delle assunzioni avvenuta subito dopo l’approvazione del decreto semplificazioni, che ha introdotto una procedura semplificata per i decreti flussi 2021 e 2022, con la possibilità di avviare al lavoro il cittadino straniero autorizzato ed entrato in Italia anche senza la sottoscrizione del contratto di soggiorno, i problemi burocratici per le aziende che assumono manodopera rimangono, quando non sono addirittura aggravati da nuove normative, come il decreto legislativo n. 104/2022 sulla trasparenza nelle comunicazioni con i lavoratori entrato in vigore il 13 agosto scorso, che nel pieno dell’estate impone una revisione significativa delle procedure di assunzione.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 26/2022
Manodopera straniera: molte novità, ma nessuna vera svolta
di T. Pagano
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