Una volta in tempo di vendemmia, prima della revisione del sistema dei voucher, ragazzi senza impegni scolastici, studenti universitari e pensionati venivano reclutati con facilità dalle imprese agricole per svolgere il lavoro di raccolta. Oggi invece reperire la manodopera giornaliera necessaria e gestire la complessa burocrazia dei relativi rapporti di lavoro sono diventati problemi quasi insormontabili, che non riguardano solo i vitivinicoltori, ma trasversalmente la gran parte delle produzioni agricole.
L’assunzione di un operaio addetto alla raccolta richiede infatti lo stesso numero e la medesima tipologia di adempimenti del reclutamento di un lavoratore più strutturato o fisso, caricando l’imprenditore di oneri burocratici e costi di gestione che spesso sono incompatibili con le caratteristiche organizzative e con le capacità economiche aziendali.
Sarebbe utile allora, anche in questa delicata materia, partire dalle reali esigenze delle aziende, che non chiedono un nuovo modo per aggirare le norme in materia di lavoro subordinato, ma solo uno strumento aggiuntivo per gestire, in limitate ipotesi, situazioni che non rientrano negli schemi tipici del lavoro dipendente.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 35/2019
Lavoro occasionale, gli agricoltori chiedono norme snelle ed efficienti
di T. Pagano
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