A professioni critiche come quelle del settore medico, alimentare e dei trasporti e agli stagionali in agricoltura va garantita la libera circolazione nell’UE.
È quanto sottolinea la Commissione europea nelle linee guida pubblicate oggi per garantire la libera circolazione intra-UE dei lavoratori in settori critici e per attuare le restrizioni ai viaggi non essenziali verso l’UE.
Il primo insieme di linee guida identifica le tipologie di lavoratori per i quali è considerato essenziale garantire la libera circolazione nell’Ue, in particolare per combattere la pandemia di Coronavirus. Le linee guida per i viaggi non essenziali verso l’Ue servono invece alle autorità di frontiera per l’attuazione delle restrizioni temporanee, l’agevolazione delle modalità di transito per il rimpatrio dei cittadini dell’Ue e per eventuali problemi di visto.
Secondo le stime della Coldiretti con la chiusura delle frontiere nell’Unione Europea manca quasi un milione di lavoratori stagionali per le imminenti campagne di raccolta nelle campagne dei principali Paesi agricoli, con l’UE che rischia di perdere quest’anno l’autosufficienza alimentare e il suo ruolo di principale esportatore mondiale di alimenti per un valore si 151,2 miliardi di euro con un surplus commerciale nell’agroalimentare di 31,9 miliardi.
La situazione più grave è però in Italia dove a rischio c’è più di un quarto del made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370.000 lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.