La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha proposto ieri di arrivare a una soluzione per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari che già si trovano nel nostro Paese e dove lavorano.
«Quello che ho posto ai colleghi della maggioranza, e su cui ritengo non sia più possibile tergiversare, è chiarissimo: assumere la responsabilità di regolarizzare persone che sono nel nostro Paese e ci lavorano magari da anni. Se non accade, lo Stato si rende non solo complice ma fautore dell’illegalità in cui questi lavoratori sono costretti».
«A queste persone, che non lavorano solo in campagna ma anche in edilizia o nelle famiglie, va dato un permesso di soggiorno. Da anni – ha aggiunto Bellanova – nei distretti agricoli, con percentuali differenti, c’è manodopera immigrata, molta senza permesse di soggiorno e allora o si lasciano i campi incolti o si sceglie di regolarizzare queste persone sottraendole ai caporali».
La proposta di Bellanova è stata accolta con favore dalla Cia, secondo cui «una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari per farli lavorare nei campi, già nel decreto di maggio, il Cura Italia bis, tra l’altro porterebbe nelle casse dello Stato entrate per 1,2 miliardi di euro».
«Ha ragione la ministra Bellanova, siamo noi ad avere bisogno degli immigrati – dichiara il presidente Cia, Dino Scanavino – ma è necessario che la regolarizzazione si concretizzi subito, velocizzando e semplificando le procedure senza intralci burocratici. Se non si agisce in fretta, la sanatoria rischia di avere effetto fra troppi mesi, quando la stagione della raccolta sarà terminata».
Sul fronte opposto ha fatto sentire la sua voce l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Fabio Rolfi: «No alla maxi sanatoria di immigrati clandestini ha dichiarato -. Nessuno si permetta di utilizzare l’agricoltura per raggiungere un obiettivo ideologico e di bandiera. Il settore ha bisogno di concretezza e se qualche partito è in cerca di visibilità, la trovi altrove».
«L’agricoltura ha bisogno dei voucher per regolarizzare i lavoratori stagionali, sburocratizzare il sistema e rendere la vita semplice alle aziende. Il lavoro va dato ai nostri disoccupati e ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Gli immigrati irregolari – ha aggiunto Rolfi – vanno rimpatriati, non regolarizzati».
La ministra Bellanova ha tenuto a spiegare che «non è un conflitto tra cittadini stranieri e lavoratori italiani, ai quali nessuno impedisce il lavoro nei campi; prova ne è che da tempo insistiamo con il ministero del Lavoro perché si realizzi la piattaforma, ovviamente aperta a tutti e che Anpal avrebbe già dovuto garantire, per l’incrocio regolare tra domanda e offerta di lavoro».