Il Consorzio di tutela del Provolone Valpadana è al lavoro per consentire ai propri produttori di ottenere il marchio «Made Green in Italy», il cui obiettivo è valorizzare sul mercato i prodotti italiani con elevate prestazioni ambientali e punta con il suo logo a rendere riconoscibili i prodotti per i consumatori, al fine di incoraggiare scelte più consapevoli.
In collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e grazie al contributo del Ministero dell’ambiente, a partire da aprile 2020 il Consorzio ha infatti condotto un progetto di ricerca, raccogliendo attraverso un campione rappresentativo delle aziende associate, i dati necessari per la realizzazione dello studio PEF, cioè dell’impronta ambientale, del Provolone Valpadana dop, partendo dall’azienda agricola, passando per il caseificio, per arrivare alla fase finale di stagionatura, confezionamento e successivo inserimento sul mercato.
Dallo studio, risulta che la fase del ciclo di vita più impattante è la produzione del latte. Per questo motivo, future azioni per la riduzione degli impatti ambientali nel ciclo di vita del prodotto si concentreranno proprio su questa fase.
Lo studio, accompagnato da una relazione tecnica, ha consentito al Consorzio di predisporre la bozza delle Regole di Categoria di Prodotto (RCP) che sono state sottoposte a consultazione pubblica sul sito del Ministero della transizione ecologica lo scorso mese di aprile. In seguito a tale consultazione, il Consorzio ha provveduto a redigere la versione finale delle RCP, attualmente in fase di approvazione finale da parte dello stesso Ministero.
Una volta approvate le RCP, ogni singolo produttore di Provolone Valpadana dop avrà l’opportunità di ottenere il marchio «Made Green in Italy», sottoponendo il proprio processo aziendale, condotto nel rispetto delle suddette regole, a una verifica da parte di enti terzi accreditati per la certificazione, secondo quanto prevede il regolamento dello schema «Made Green in Italy».