All’assemblea plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo non è passata la proposta iniziale della Commissione che in tema di emissioni mirava ad equiparare il settore agricolo a quelli altamente industrializzati, un assunto da cui sarebbero scaturite ripercussioni economiche e amministrative insostenibili.
C’è stata una maggioranza di 367 voti a favore dell’esclusione dei bovini e lo stop a ulteriori oneri per suini e pollame.
«Abbiamo fermato in Europa la norma ammazza stalle, con la decisione di lasciar fuori gli allevamenti bovini dalla revisione della direttiva sulle emissioni industriali che salva un settore cardine del made in Italy» ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
«Equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, – continua il presidente della Coldiretti – sarebbe stato ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa».
«Adesso è previsto un ulteriore passaggio con il trilogo – ha detto il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini – dove ci si confronterà anche con la posizione uscita dal Consiglio agricolo, che vedeva il settore bovino incluso nella direttiva, pur se con soglie più elevate rispetto alla proposta della Commissione. Il nostro auspicio è che il Parlamento europeo difenda la posizione espressa con il voto odierno, affinché il quadro normativo attuale resti sostanzialmente quello regolamentato dall’assetto normativo vigente: ovvero, gli allevamenti bovini rimangono fuori dal sistema di certificazione sulle emissioni e nessuna nuova soglia viene prevista per i settori delle carni avicole e suinicole».