Attualmente viene richiesto che un’azienda di bovine da latte sia sostenibile dal punto di vista ambientale. Ma è possibile senza ridurre l’efficienza produttiva dell’azienda? Assolutamente sì, poiché la sostenibilità economica e ambientale sono strettamente correlate tra di loro dato che:
- l’impatto ambientale di un’azienda viene calcolato come kg CO2 equivalente su chilogrammo di latte (corretto per grasso e proteine) venduto in un anno. Quindi, un’azienda che produce di più in un anno, avendo migliori indici di conversione di alimento in latte e avendo minori perdite produttive, ha un vantaggio sia economico sia ambientale;
- una mandria composta da 100 bovine molto produttive impatterà meno (per chilogrammo di prodotto) di una mandria con 100 bovine poco produttive, poiché all’aumentare della produzione di latte vi è un’aumento dell’emissione totale, ma se si divide l’emissione totale sui litri prodotti si può notare come la bovina più produttiva impatti meno.
Infatti, l’energia che la bovina utilizza per mantenersi è la medesima, indipendentemente dalla produzione, tutta la restante energia assunta viene usata e trasformata in latte. Maggiore è la produzione giornaliera e minore è l’energia percentuale che viene utilizzata per il mantenimento. L’efficienza produttiva è legata a molti aspetti e pratiche manageriali dell’azienda.
Il benessere e la salute della bovina sono essenziali, affinché vi sia efficienza produttiva. Quando un animale è malato, anche in forma subclinica, produce meno latte. Ciò è dovuto sia alla malattia in sé, sia alla minor assunzione di alimento dovuta spesso alla difficoltà di movimento della bovina.
Si stima che problematiche sanitarie possano ridurre l’efficienza produttiva fino al 25%. Inoltre, diminuendo la produzione di latte vi è anche un incremento delle emissioni di gas serra per chilogrammo di latte.
Per esempio, una delle patologie che affligge maggiormente le aziende di bovine da latte è la mastite, che è tra le cause principali di perdite economiche per le stalle in Italia. Infatti, con una mastite in atto vi è un calo delle performance produttive (quantitative e qualitative) dell’animale, sia nell’immediato sia nel breve/lungo periodo, addirittura durante tutta la lattazione.
Inoltre, in caso di mastite, il latte con elevate cellule somatiche deve essere separato e scartato. Si stima che per ogni caso di mastite vi sia una perdita tra i 150 e i 300 kg di latte per lattazione.
Prevenire il problema è la soluzione per arginare le perdite produttive, economiche e per mitigare l’impatto ambientale. Pulizia delle bovine e degli ambienti e corrette pratiche durante la mungitura, sono alcune delle strategie essenziali di prevenzione.
Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte n. 6/2023
Cosa fare in stalla per puntare alla massima efficienza
di S. Mondini, M. Zucali
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