Dal 28 gennaio negli allevamenti non è più possibile utilizzare il registro dei trattamenti terapeutici in formato cartaceo, ma solo con modalità elettronica.
Questo obbligo rientra in una più ampia revisione della normativa europea riguardante i farmaci veterinari promossa per gestire la questione relativa al notevole aumento di fenomeni di antibiotico-resistenza.
Gli allevatori sono consapevoli che l’antibiotico-resistenza è un problema, tant’è che nelle stalle italiane dal 2016 al 2019 l’uso degli antibiotici si è ridotto del 30%, ben più che nell’ambito della sanità umana.
Il nuovo sistema informativo veterinario del Ministero della salute, che prevede l’accreditamento dell’allevatore e del veterinario, di fatto dematerializza il registro dei trattamenti cartaceo e dovrebbe, superate le difficoltà iniziali, aiutare ad avere una fotografia costantemente aggiornata della disponibilità di farmaci nell’allevamento, se presente la scorta aziendale, e a monitorare più facilmente le somministrazioni.
Per compilare il registro elettronico gli allevatori devono precedentemente chiedere il rilascio delle credenziali per entrare nel sistema. Inoltre, prima di avviare la procedura le aziende non autorizzate alla scorta, se dispongono di rimanenze di farmaci, devono effettuare un «allineamento» di tali rimanenze, caricandole sul registro informatico dei trattamenti.