I criteri per la restituzione delle multe latte pagate in eccesso stabiliti dalla normativa italiana del 2003 violavano le norme europee del tempo. Lo ha deciso la Corte di giustizia europea in riferimento a vicende legate alla restituzione dei prelievi, dando di fatto ragione a un gruppo di allevatori che aveva fatto ricorso contro l’applicazione dei criteri di calcolo nazionali nell’annata 2005-06.
La normativa nazionale individuava infatti nei produttori in regola con i versamenti delle multe una categoria prioritaria per la restituzione del prelievo riscosso in eccesso. Questi criteri aggiuntivi, ha chiarito la Corte, non erano in linea con le norme europee del tempo. Soltanto con un regolamento Ue entrato in vigore dopo il 2006, ricorda la Corte, è stata introdotta la possibilità per gli Stati membri di aggiungere criteri supplementari, previa consultazione della Commissione. E quindi, a partire da quel momento, i criteri adottati dalle autorità italiane sono stati in linea con le disposizioni europee.
La sentenza, ha dichiarato il sottosegretario alle politiche agricole alimentari, Gian Marco Centinaio, «fa sperare per una conclusione definitiva della vicenda, dal momento che tutte le annate oggetto di prelievi supplementari sono state, di fatto, dichiarate nulle».
Di tono analogo il commento del presidente di Copagri, Franco Verrascina, secondo il quale «davanti a sentenze come quella della Corte di giustizia dell’UE appare del tutto evidente come il nodo della questione sia di taglio politico; per questo sollecitiamo il Governo affinché si attivi per affrontare le numerose problematiche legate alle diverse categorie di allevatori che, a diverso titolo, hanno subito le ripercussioni di una vicenda che ha portato al fallimento moltissime aziende italiane».