Perchè gli antibiotici in stalla sono diminuiti ma non il numero di infezioni

I dati più recenti confermano che in Italia il consumo di antibiotici è in diminuzione e questo riguarda anche l’allevamento del bovino da latte. Tale riduzione è il frutto di una continua campagna di informazione operata da autorità sanitarie, associazioni allevatori, consulenti aziendali, dell’introduzione di norme che regolano in modo stringente l’utilizzo dei farmaci (ricetta elettronica, registro elettronico dei trattamenti, divieto di applicare metafilassi, ecc.), e non ultimo, del legame tra contributi Pac e la riduzione dell’uso di antibiotici.

Qualunque sia la vera motivazione, certo è che il consumo di antibiotici per il trattamento delle mastiti in Europa è pari allo 0,7% (fonte Agenzia europea per i farmaci) e in Italia tale percentuale è inferiore allo 0,4%. I dati sono quindi, apparentemente, molto confortanti.

Tuttavia, un’analisi più attenta mette in evidenza come vi sia una discrepanza tra questa riduzione e lo stato sanitario degli allevamenti. Le diverse indagini fatte sia in Lombardia, con alcuni progetti finanziati dal Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), sia in altre regioni italiane non mostrano una grande riduzione nella frequenza delle infezioni mammarie.

A questo punto, ci si deve domandare se la riduzione del consumo di antibiotici sia la conferma che nel passato si sono usati in modo irrazionale e, potenzialmente pericoloso, oppure se non si trattano più gli animali anche quando necessario. Questo vorrebbe dire che stiamo riducendo anche il loro benessere e, conseguentemente, aumentando le eliminazioni precoci.

Il trattamento delle mastiti, se fatto in modo razionale, rappresenta uno strumento particolarmente utile ed efficace, e la riduzione dei trattamenti antimastitici non deve essere il frutto di un «taglio lineare » dei trattamenti o dell’aumento della quota di rimonta. Al contrario, deve essere la conseguenza di un miglioramento dello stato sanitario della mandria che deriva da approcci razionali ed efficaci, basati su una corretta programmazione delle diagnosi al fine di identificare precocemente le infezioni.

Il primo e fondamentale passaggio è l’applicazione di un razionale protocollo per la terapia selettiva alla messa in asciutta che si sia dimostrato efficace.

Il secondo e altrettanto importante passaggio, è la diagnosi dello stato sanitario della mammella dopo il parto. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante perché, applicando la terapia selettiva alla messa in asciutta anche con un protocollo razionale, veniamo a perdere l’effetto preventivo di questo intervento come dimostrato da numerosissimi studi. In altre parole, la coperta è necessariamente corta, quindi dobbiamo aspettarci che alcune bovine partoriscano con un’infezione latente da patogeni maggiori e che queste infezioni, se non controllate dall’animale stesso, possano evolvere in casi subclinici e, ancora peggio, clinici.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 2/2024
Mastiti, regole operative per diagnosi e cura efficaci
di A. Zecconi, S. Ferrari, L. Colombo, V. Clerici Guido
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