Il giro d’affari al consumo del Parmigiano Reggiano nel 2022 ha toccato il massimo storico di 2,9 miliardi di euro contro i 2,7 miliardi del 2021, con un aumento del 6,9%. Lo ha comunicato il Consorzio di tutela del «re dei formaggi» nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Milano nei giorni scorsi. Al massimo anche i volumi nei mercati internazionali, che sono cresciuti del 3% e il valore generato alla produzione con 1,8 miliardi di euro, contro gli 1,71 miliardi del 2021.
Le aziende del Consorzio hanno quindi reagito bene alla pandemia, alle incognite legate alle incertezze della guerra in Ucraina, al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati.
Come distribuzione dei consumi, il mercato del Parmigiano Reggiano sta diventando sempre più internazionale: la quota export è aumentata di due punti percentuali, salendo al 47%. Prima nello sviluppo, la Spagna (+11,3%) e bene anche gli Stati Uniti, primo mercato estero per la dop (+8,7%).
Nei mercati, la quotazione del celebre formaggio ha registrato nel 2022 una media annua di 10,65 euro/kg (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), in aumento rispetto al 2021, quando si era attestata a 10,34 euro/kg. La produzione è risultata in lieve calo rispetto al 2021, anno in cui si sono prodotte più forme in assoluto: 4,002 milioni di forme contro 4,091 milioni (-2,2%).
Con un investimento totale di 18,6 milioni di euro stanziato per lo sviluppo dei mercati nel 2023, il Parmigiano Reggiano si avvia a diventare sempre più un vero brand globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Proprio per questo, il Consorzio sta lavorando assiduamente per valorizzare la distintività della dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche.