Dopo decenni di ricerche, sia il mondo scientifico sia la realtà di allevamento concordano nel riconoscere il ruolo chiave che ha il colostro. L’assunzione di colostro nei modi e tempi ottimali dopo la nascita è correlata alla mortalità e alla morbilità delle vitelle.
Un’alta mortalità e un’alta morbilità si traducono in una perdita economica, pertanto, l’investimento nella vitellaia inizia con una migliore distribuzione delle risorse in stalla affinché la colostratura non sia mai trascurata.
Considerando la scala di giudizio più recente basata sul livello di immunoglobuline G (IgG) somministrate, si distingue tra un’eccellente (≥25 g/L IgG), buona (18-24,9 g/L IgG), discreta (10-17,9 g/L IgG) e insufficiente (<10 g/L IgG) colostratura. La probabilità di sopravvivenza nei primi 80 giorni di vita è maggiore per colostrature eccellenti e buone, ed è statisticamente significativa rispetto alla probabilità di sopravvivenza associata a una colostratura discreta e insufficiente.
I vitelli non colostrati hanno un rischio 74 volte più alto di mortalità nei primi 21 giorni di vita rispetto a un vitello che ha ricevuto più di 2/4 litri di colostro nelle prime 6 ore di vita. È noto che il colostro è il primo alimento del vitello determinante per compensare il gap immunitario alla nascita dovuto alla tipica placenta del bovino che impedisce il passaggio di anticorpi materni.
Questi ultimi sono trasferiti solamente attraverso il colostro, favorendo l’acquisizione dell’immunità passiva. Affinché il trasferimento sia definito di successo è solito accettare valori quantitativi maggiori di 10 g/L a livello di siero di sangue, ma quest’ultimo, come già accennato, è un valore soglia che la comunità scientifica ha superato e sostituito con una differenziazione più accurata della tipologia di trasferimento dell’immunità passiva.
Ricerche recenti hanno utilizzato il colostro (60 g/L di latte) per supportare l’animale in caso di diarrea, osservando un miglioramento dello stato di salute e un aumento del peso medio giornaliero. La salute intestinale è oggetto di approfondimento della nutrizione moderna, poiché solamente con un’efficienza massima del tratto digerente si potrà avere una migliore efficienza della dieta con migliori performance zootecniche.
Nell’ottica di ridurre l’uso degli antibiotici è necessario lavorare sulla salute intestinale, la somministrazione di colostro di alta qualità favorisce la colonizzazione dell’intestino con batteri utili, così da creare un microbioma in grado di contrastare i batteri patogeni e quelli che producono infiammazione. Inoltre, così come le ricerche in ambito umano, anche quelle nel settore zootecnico hanno evidenziato l’esistenza di un asse bidirezionale intestino-cervello e intestino-polmone negli animali da reddito, questo comporta che un’alterazione del microbioma intestinale può determinare infiammazione e disfunzioni nei polmoni. Equilibri sottili che, se alterati, possono ripercuotersi sullo stato di salute dell’animale giovane e avere risvolti sulla produttività dell’animale adulto.
Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte n. 4/2024
Nuovi input per una colostratura di successo
di G. Bonacini, B. Botti, M. Altieri, A. Zecconi
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