La trattativa al tavolo di filiera per un giusto prezzo del latte alla stalla è ferma, l’aumento di 4 centesimi al litro stabilito dal protocollo firmato a novembre scorso è stato un fallimento e nel frattempo i costi delle materie prime e dell’energia sono schizzati alle stelle. Gli allevatori, sia tradizionali sia in biologico, stanno pagando un prezzo molto alto in relazione all’emergenza in atto a causa della crisi bellica in Ucraina.
«È necessario e auspicabile – ha affermato Ignazio Cirronis, presidente di Anaprobio Italia, l’associazione nazionale dei produttori biologici della Copagri – che il tavolo di filiera del settore lattiero-caseario arrivi urgentemente a definire un prezzo equo che tenga conto dei costi di produzione per tutte le aziende bovine da latte italiane».
Secondo Cirronis è fondamentale valorizzare i costi di produzione del latte bovino convenzionale e di quello biologico, «in quanto sono alcuni dei principali elementi dai quali partire per definire un prezzo equo per il latte bovino».
«Non possiamo più tollerare – ha concluso – che i produttori ottengano una remunerazione sul mercato inferiore a quello che spendono per produrre; il latte bovino biologico, al pari di quello convenzionale, deve avere il giusto riconoscimento dei maggiori costi di produzione e delle minori rese derivanti proprio dall’utilizzo del metodo biologico. Il differenziale da garantire ai produttori biologici è di almeno 15 centesimi al litro».