Tra le numerose tecnologie, sempre in aumento, che ci vengono proposte nel vortice di uno sviluppo tecnologico sempre crescente, una delle più «tradizionali» è il robot di mungitura. Comparso sulla scena nel 1992, a oggi si stimano installati al mondo circa 50.000 robot. Anche in Italia il robot sta guadagnando terreno, soprattutto sugli allevamenti medio piccoli (oggi siamo circa al 10% degli allevamenti).
Da un’intervista fatta da Granarolo ai suoi conferenti nel 2021, circa il 10% di essi avevano intenzione di implementare il robot nei 5 anni successivi; quindi, la potenzialità di aumento è notevole.
Essendo il robot un investimento importante è necessario essere in grado di valutare i principali ricavi e costi che l’esistenza di una macchina ad alto valore di investimento rende possibile.
Per questo nel tempo, soprattutto partendo dalla scuola americana, si sono valorizzati dati semplici ma importanti quali il «latte prodotto per macchina », dato che mette in relazione la macchina e il suo costo con il totale del ricavo che genera.
Questo dato, che ha un obiettivo generalmente riconosciuto nel fatto di mungere circa 2.500 L/ macchina/giorno, ha però il limite di analizzare solo la quantità di prodotto, e non i suoi costi. Dato ancor più utile è l’Iofc (Income over feed cost: ricavo al netto dei costi alimentari) per macchina.
Analizziamo il ricavo al netto dei costi alimentari
Esso infatti classifica, nell’unità di grande costo (la macchina) la differenza tra il valore del latte prodotto per macchina e i costi alimentari sostenuti per produrre quel latte (costo Pmr + costo mangime nel robot) mettendo in luce cosa rimane per pagare gli altri costi, fino ad arrivare ai costi «macchina» che sono manutenzione, ammortamento e oneri finanziari del robot.
In tabella un esempio di questo semplice ma utile calcolo di un’azienda molto performante con i costi di luglio 2024.
L’obiettivo dell’azienda è massimizzare questo risultato.
Conoscendo bene gli altri costi dell’azienda, compresi i costi della macchina e delle sue manutenzioni, nella tessa tabella si possono vedere dei riferimenti che si possono usare come obbiettivi di efficienza di questa valutazione.
Naturalmente occorre tenere presente che questi riferimenti sono legati ai costi di alimentazione e ai prezzi del latte attuali (luglio 2024) nell’area latte e dop (non Parmigiano Reggiano o bio).
È chiaro che questo risultato è influenzato da tanti fattori: numero di vacche nel robot, produzione per ungitura, numero di visite, ecc. ed è proprio per questo che è estremamente interessante.
Misura, a valle, tutti i fattori dal punto di vista della sostenibilità economica che, come detto, non può mancare in nessuna decisione.
Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte n. 5/2024
Come il robot di mungitura diventa un investimento di successo
di M. Campiotti
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