Il Consiglio di Stato francese «ritiene illegale imporre l’etichettatura geografica del latte perché non esiste un legame provato tra la sua origine (Ue, non Ue) e le sue proprietà.
Ricordiamo che per un periodo sperimentale fino al 31 dicembre 2021, un decreto del governo francese aveva reso obbligatoria, a pena di sanzione, l’indicazione mediante etichettatura dell’origine geografica del latte «Ue» o «extra Ue», anche quando utilizzato come ingrediente in alimenti preconfezionati.
Il gruppo Lactalis aveva chiesto l’annullamento di tale obbligo.
Sulla questione si era espressa la Corte di giustizia europea stabilendo che, in applicazione del regolamento, gli Stati membri possono imporre tale etichettatura a due condizioni: è necessario, da un lato, che «la maggior parte dei consumatori attribuisca un’importanza significativa a queste informazioni» e, dall’altro, «che esista un legame comprovato tra determinate proprietà di un alimento e la sua origine o provenienza». Queste due condizioni, che sono distinte, devono essere soddisfatte entrambe.
Questa seconda condizione, secondo il Consiglio di Stato francese, non è soddisfatta nel caso del latte.
Commentando la decisione in un comunicato «La Federazione nazionale dei produttori di latte, i giovani agricoltori e la Fnsea si rammaricano profondamente di questa decisione e denunciano l’atteggiamento irresponsabile di un attore economico contrario al riconoscimento del lavoro dei produttori di latte francesi».
Il comunicato sottolinea che «dando ragione a Lactalis, il Consiglio di Stato impedisce ai consumatori di sapere da dove proviene il loro cibo e di scegliere liberamente i prodotti che consumano».