Nel primo trimestre 2022 i consumi domestici di latte e derivati risultano in flessione del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, in corrispondenza di una contrazione meno che proporzionale della spesa (-2,3%), segnale di un deciso aumento dei prezzi medi al consumo (+2,1%). Lo rileva I’Ismea in un’analisi sulle tendenze e dinamiche recenti del comparto.
Gli analisti sottolineano che a livello globale ed europeo la produzione di latte risulta in calo nei principali Paesi esportatori (-0,9% a marzo 2022 e -1,1% nei primi tre mesi dell’anno), a causa dell’impennata dei prezzi degli input e delle avverse condizioni meteorologiche in alcuni bacini produttivi. Gli esperti aggiungono che di fronte alla contrazione dell’offerta si è registrato uno straordinario aumento del prezzo del latte (a marzo 43,5 euro/100 kg nell’UE), trainato anche dal rialzo delle quotazioni di burro e polveri di latte magro.
In Italia – rileva Ismea – l’aumento dei costi ha indotto gli allevatori a frenare la produzione, non solo per contenere le perdite, ma anche per far fronte alle difficoltà di approvvigionamento dei mangimi: dopo il +3,3% realizzato nel 2021, le consegne di latte hanno invertito la tendenza, segnando nel primo trimestre 2022 un -0,2%. La minore disponibilità di latte – sottolineano i ricercatori – a livello nazionale, ma anche a livello UE, ha fatto significativamente aumentare i prezzi alla stalla, che nel mese di aprile hanno mediamente raggiunto il livello record di 47,4 euro/100 L (senza premi, Iva esclusa).