Rifondare la Pac basandola su tre Pilastri, uno socio-economico con aiuti a «chi ne ha più bisogno», uno ambientale con più incentivi e attenuazione della condizionalità, e un intervento territoriale nelle aree rurali, finanziato con strumenti fuori dalla Pac.
È quanto l’Unione europea dovrebbe fare da qui al 2040 secondo il Rapporto finale del dialogo strategico sull’agricoltura sottoscritto da 29 associazioni ed enti del settore. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen redigerà la sua «visione» sul futuro dell’agroalimentare europeo, entro marzo 2025 anche alla luce di queste indicazioni.
Quindi, al più tardi a luglio 2025, la Commissione dovrà mettere nero su bianco la proposta sul bilancio 2028-2034 che sarà seguita da una bozza di riforma della Pac.
Vi sono però due punti che lascia perplesso soprattutto il mondo della zootecnia: diete sostenibili e benessere animale.
Diete sostenibili
UE e Stati membri dovrebbero rendere gli alimenti salutari e sostenibili, la scelta più facile per il consumatore e la più remunerativa per i produttori.
Il documento osserva che già esiste una domanda per la riduzione di alcune proteine animali e un «crescente interesse» per quelle vegetali, ed esorta le autorità pubbliche a sostenerla con strumenti di competenza nazionale e comunitaria: agevolazioni fiscali, programmi di educazione alimentare, appalti mirati, pasti gratis nelle scuole elementari (con un «ruolo più grande» per il programma UE frutta e latte nelle scuole).
L’UE dovrebbe compiere un riesame e aggiornamento del regolamento del 2011 sull’etichettatura, dove lo scontro politico è a livelli massimi (nutriscore, indicazione di origine e così via).
Benessere animale
Entro il 2026 la Commissione dovrebbe riprendere in mano il progetto di revisione generale della legislazione sul benessere animale, prevedendo specifici periodi di transizione e un’etichetta per la remunerazione degli allevatori virtuosi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2024
Per rifondare la Pac l’UE punta al confronto con gli agricoltori
di A. Di Mambro
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