Il colostro per “funzionare” va gestito con un protocollo aziendale

La placenta non permette il passaggio del sangue materno al feto, quindi il vitello alla nascita ha meno del 10% dell’immunità necessaria per proteggerlo dalle malattie infettive che potrebbero colpirlo nei primi mesi di vita.

Per questo motivo diventa fondamentale l’immunità passiva, ossia il trasferimento degli anticorpi della madre al vitello attraverso
il colostro.
Le principali criticità della gestione del colostro riguardano una somministrazione:

  • non tempestiva;
  • di quantità insufficiente (sia quella complessiva, sia quella di una singola dose);
  • di scarsa qualità (insufficiente contenuto di immunoglobuline e alta carica batterica).

Per superarle è fondamentale che in azienda sia presente e venga seguito un idoneo protocollo di gestione del colostro predisposto in collaborazione con il veterinario aziendale. In pratica, il protocollo deve essere utilizzato per evitare errori nella gestione del colostro che possono:

  • influenzare fortemente la concentrazione di immunoglobuline nel sangue del vitello (che risulta critica se <10 g/L);
  • deprimere lo stato di salute complessivo e determinare una marcata riduzione della crescita;
  • incidere sulla mortalità dei vitelli nel primo mese di vita, dovuta a problematiche enteriche e polmonari;
  • avere ripercussioni rilevanti sull’intera vita produttiva (minore quantità di latte e contenuto di grasso nella prima lattazione) e riproduttiva dell’animale (aumento dell’età al primo parto).

Un corretto protocollo per la gestione del colostro deve prevedere:

  • somministrazione di colostro di buona qualità;
  • somministrazione di una quantità pari a circa il 10-12% del peso del vitello alla nascita entro le prime 12 ore dalla nascita;
  • banca del colostro, ossia la conservazione delle eccedenze di colostro di buona qualità che possono essere impiegate nel caso in cui una vacca produca colostro in quantità insufficiente o di qualità scarsa, oppure sia affetta da patologie infettive.

La temperatura ottimale di somministrazione del colostro è pari a 38-40 °C. Temperature inferiori possono favorire la diffusione di problematiche enteriche, a causa del passaggio di colostro non digerito a livello intestinale.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 6/2024
Quantità e qualità idonee di colostro fanno la differenza
di A. Gastaldo, P. Rossi, M. Borciani, A. Motta