Il 10 settembre scorso, a Piacenza, si è tenuta l’assemblea territoriale dei soci del Consorzio di tutela del Grana Padano, nel corso della quale è proseguito il contraddittorio tra Confagricoltura Piacenza e i vertici del Consorzio stesso sul prossimo Piano produttivo e più in generale sul governo del mercato della denominazione.
“Apprezzo e ringrazio per il confronto aperto e civile avvenuto – ha commentato il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini – e torno a ribadire che è proprio nell’ambito del confronto civile, senza alcuna intenzione di sfasciare il sistema, che esprimiamo la nostra posizione. Noi vogliamo agire in favore delle aziende agricole produttrici di latte cresciute sul territorio. Ribadiamo che è opportuno che le quote produttive vengano assegnate agli allevatori, come già accade per il Parmigiano Reggiano. Non ci convince il parere di chi liquida la questione dicendo che non è possibile, oltretutto avendo davanti un esempio virtuoso come quello della filiera del Parmigiano Reggiano”.
“Continuo a trovare strumentale e del tutto inappropriato – ha replicato il presidente del Consorzio, Nicola Cesare Baldrighi – il confronto con il Parmigiano Reggiano, che opera in una realtà totalmente diversa dalla nostra, dove la sovrapposizione fra la disponibilità di latte e la produzione di formaggio è totale. Diversamente nella zona di produzione del Grana Padano neppure il 50% del latte viene destinato per il nostro formaggio. Chiedo allora al presidente Gasparini di proporci un criterio con il quale stabilire quali stalle della zona dop sarebbero dotate di quota Grana Padano e in quale percentuale della loro produzione annua, e quali stalle verrebbero invece escluse dalla facoltà di poter trasformare il loro latte a Grana Padano”.