L’andamento climatico di quest’anno si riflette sui foraggi italiani, che nel Nord migliorano in termini di produzione e qualità. Al contrario, al Sud la situazione è peggiorata su tutti i fronti rispetto al 2023, sia in termini di produzione sia di qualità. I produttori dicono che la data di inizio sfalcio è stata anticipata.
Il 2023 si è chiuso con un ridimensionamento dei prezzi del foraggio rispetto al 2022. Inoltre, il raccolto ha conosciuto fasi alterne nei diversi periodi di sfalcio, non solo a causa della siccità, ma anche della devastazione provocata in Romagna dall’alluvione, zona da sempre vocata a questo tipo di produzione.
I trasformatori confermano che il prodotto italiano resta competitivo sul mercato globale. Quest’anno la qualità è ottima e le quotazioni del prodotto trasformato in stabilimento sulla piazza di Bologna si mantengono a livelli soddisfacenti. I prezzi sono compresi in una forbice tra 250 e 300 euro/tonnellata, a seconda della percentuale di proteine contenuta. Il rapporto qualità-prezzo in questa fase dell’anno è in linea con le aspettative dei produttori.
L’andamento del mercato resta un elemento di incertezza, infatti preoccupano le vicende geopolitiche internazionali che potrebbero avere ricadute negative anche per questo comparto produttivo.