Gli allevatori di bovini da latte e suini sono ancora in attesa della liquidazione degli aiuti del cosiddetto Fondo latte, stanziati per far fronte alla pesante crisi di mercato del 2014.
È l’ennesimo caso di cattivo funzionamento della macchina burocratica dello Stato. La vicenda prende il via dopo l’estate 2014, quando il Governo, alle prese con la formulazione della legge di stabilità , tra le tante misure varò pure quella specifica per contrastare la dura crisi congiunturale del latte, con uno stanziamento iniziale di 56 milioni di euro. A metà 2016, però, ci si rese conto che gli interventi stentavano a decollare. Così una legge introdusse modifiche sostanziali al “fondo latte”, prevedendo un intervento che avrebbe dovuto essere snello e rapido e cioè il rimborso degli interessi passivi sostenuti dagli allevamenti bovini da latte e suini nelle annualità 2015 e 2016, con una dotazione di 25 milioni di euro. Un decreto del 24-4-2017 ha quindi stabilito le procedure e i tempi per raccogliere le domande, eseguire le istruttorie, pagare i beneficiari. Con un successivo decreto del febbraio scorso, il plafond disponibile è stato ulteriormente aumentato fino a quasi 40 milioni di euro. Sono stati 5.600 gli allevatori che hanno presentato le domande tra il 1° ed il 30 giugno 2017. Secondo informazioni ufficiosamente raccolte, sarebbe stato istruito il 75% delle domande e finora è stato pagato un anticipo a favore dei beneficiari a copertura di meno del 30% del contributo concedibile. Di tale anticipazione ha beneficiato però meno della metà di coloro che hanno presentato la domanda.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 33/2018 a pag. 10
Aiuti a rilento per il «fondo latte»
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