Dubbi sull’efficacia del premio emergenza stalle

Molti allevatori sono perplessi sulla reale efficacia del premio «emergenza stalle» previsto dal protocollo d’intesa per la filiera del latte bovino sancito nei giorni scorsi a Roma.

L’accordo ha infatti una valenza parziale, sia dal punto di vista temporale, poiché la sua durata è a termine (prossimo 31 marzo), sia da quello delle produzioni e della porzione di mercato coperte.

L’intervento a favore del quale l’industria e la distribuzione si sono impegnati, riguarda gli acquisti di latte alimentare, yogurt, formaggi freschi e semi-stagionati. Pertanto, restano escluse produzioni importanti per l’Italia come quelle dei due grana e degli altri formaggi a lunga stagionatura.
Va poi sottolineata l’adesione limitata della grande distribuzione, dato che l’accordo è stato sottoscritto da una sola sigla rappresentativa a livello nazionale.

Sembra possa inoltre essere agevole per l’industria di trasformazione, ritrosa a concedere incrementi di prezzo a favore degli agricoltori, accampare motivazioni tali da rendere totalmente o parzialmente inefficace il protocollo di filiera sottoscritto. Ad esempio, ci sarà chi giustificherà il diniego perché non utilizza i canali della grande distribuzione, ma magari solo quelli del segmento Horeca; chi dimostra di operare con una gamma produttiva ristretta alle produzioni non menzionate nell’accordo; chi evidenzierà che produce essenzialmente per i mercati esteri.
Non sarà semplice, dunque, fare circolare a ritroso, dalla fase finale della filiera verso la componente agricola, i movimenti finanziari previsti dall’accordo.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2021
Latte, un’intesa la cui efficacia lascia perplessi
di E. Comegna
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