Il 15 febbraio scorso, la Commissione europea ha invitato l’Italia il terzo richiamo sul mancato rispetto della direttiva nitrati.
A distanza di oltre due anni dall’invio di una seconda lettera di costituzione in mora, dopo la prima recapitata nel 2018, Bruxelles ha riconosciuto che alcune carenze sono state risolte, ma continua a nutrire preoccupazione riguardo ad altre violazioni in diverse regioni italiane, nelle quali la situazione delle acque sotterranee inquinate da nitrati non sta migliorando e, addirittura, si osserva un peggioramento del problema di eutrofizzazione delle acque superficiali.
Ecco perché, qualche settimana fa, è stato inviato un parere motivato che da due mesi di tempo alle autorità italiane per allestire una risposta convincente e per adottare le misure necessarie. Qualora tali richieste non dovessero essere soddisfatte, a partire dalla metà del prossimo mese di aprile, potrebbe scattare la denuncia dell’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea, la quale, come da prassi, emetterà la sentenza, con le relative misure di esecuzione.
In Europa la questione dei nitrati sta creando, da diversi mesi a questa parte, problemi enormi alle aziende zootecniche di Belgio e Olanda.
Ci sono state proteste diffuse, con forti contestazioni in particolare nei confronti del Governo olandese, che ha varato un draconiano piano nazionale di riduzione delle emissioni di azoto che prevede la chiusura di molte stalle.
Il confronto tra istituzioni e operatori economici è ancora aperto, con gli allevatori che non sembrano propensi a cedere e stanno mettendo in campo tutti gli sforzi necessari per salvaguardare la capacità produttiva del sistema zootecnico.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 11/2023
Terzo richiamo all’Italia per il rispetto della direttiva nitrati
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