Il raggiungimento di una buona efficienza produttiva a livello aziendale necessita di un approccio complesso e olistico su numerosi aspetti, spesso anche difficili da conciliare. L’efficienza produttiva dipende infatti da:
- grado di intensificazione dell’allevamento e le conseguenti caratteristiche strutturali;
- livello di salute e di benessere degli animali;
- qualità e la digeribilità degli alimenti;
- management dell’allevamento;
- miglioramento genetico.
In un allevamento dove si vuole migliorare la propria efficienza si rendono necessari interventi tecnici e gestionali finalizzati a perfezionare i punti sopra descritti. A questo proposito, applicare una zootecnia di precisione, o Precision Livestock Farming (PLF), attraverso l’introduzione di tecnologie negli allevamenti, sembra fornire un valido aiuto in diversi ambiti gestionali.
La tecnologia per la rilevazione dei calori
Un ottimo esempio di aumento di efficienza aziendale dato dall’applicazione della PLF negli allevamenti da latte è l’utilizzo di sensori per la rilevazione dei calori.
È stato stimato, infatti, che questi strumenti consentano una più efficace individuazione delle vacche in calore (dal 15 al 35% in più), rispetto alla rilevazione dei calori tramite osservazione visiva degli animali.
Grazie a una individuazione tempestiva del calore si possono ottenere miglioramenti del tasso di concepimento, una riduzione dell’intervallo interparto e dell’età al primo parto delle manze, parametri che definiscono l’efficienza riproduttiva della stalla.
Una buona gestione della fertilità, anche con l’aiuto della tecnologia, contribuisce quindi a ottimizzare l’efficienza produttiva dell’allevamento; per questo, indirettamente, può essere considerata una valida strategia di mitigazione ambientale.
È stato infatti stimato, da uno studio inglese, che mantenendo la fertilità al massimo livello si riducono le emissioni di gas climalteranti di oltre il 20%.
Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte n. 4/2023
La rilevazione dei calori con l’aiuto della tecnologia riduce l’impatto ambientale del 10%
di M.C. Bianchi, M. Zucali
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