Continua a crescere la preoccupazione nel mondo per la diffusione dell’influenza aviaria, nel timore che possa trasformarsi in una minaccia anche per l’uomo.
Dopo le preoccupazioni dei giorni scorsi, legate al rinvenimento di tracce di virus dell’influenza aviaria A/H5N1 in campioni di latte pastorizzato, la Food and Drug Administration, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha rassicurato: i test aggiuntivi effettuati «non hanno rilevato alcun virus vivo e infettivo. Questi risultati riaffermano la nostra valutazione che l’approvvigionamento commerciale di latte è sicuro», spiega l’agenzia in un aggiornamento pubblicato sul proprio sito.
Anche l’Oms rassicura sul latte pastorizzato
«L’epidemia, finora, ha interessato sei allevamenti di vacche da latte in nove stati americani. È stato segnalato un solo caso umano, almeno 220 persone sono monitorate e almeno 30 sono state sottoposte a test. Molte di più, però, sono state esposte ad animali infetti e sono potenzialmente a rischio. È importante che siano monitorati e ricevano cure, se necessario».
È l’appello del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nella conferenza stampa dell’8 maggio scorso. Ghebreyesus ha spiegato appunto che il virus HN51 «è stato rilevato nel latte crudo, ma la pastorizzazione lo uccide. Per questo, in tutti i Paesi le persone dovrebbero bere solo il latte pastorizzato».