Aviaria: in Europa abbattuti 45,5 milioni di volatili

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Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), quella 2021-2022 è la più grande epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) mai osservata nel continente. Ormai dal 2014, inoltre, l’UE sta cercando di eradicare la Peste suina africana (Psa), tuttora rilevata in 10 Paesi.

Nel 2021-22 si sono registrati quasi 2.500 focolai di aviaria, sono stati abbattuti 45,5 milioni di volatili negli allevamenti, oltre 3.500 sono stati i casi negli uccelli selvatici, dalla Norvegia al Portogallo.

Contro queste epidemie che rischiano di mettere in ginocchio gli allevamenti avicoli e suinicoli l’Europa pensa ai vaccini. Nel caso dell’aviaria un vaccino esiste, è autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco, ma per ora gli Stati non lo usano per timore di una possibile corsa a restrizioni di vario tipo da parte dei partner commerciali.

Per quanto riguarda la Peste suina africana, invece, un vaccino ancora non esiste, «ma abbiamo motivi per essere cautamente ottimisti» ha detto la commissaria UE competente Stella Kyriakides.
Per la ricerca sulla Psa l’Unione Europea ha stanziato per il 2023-2024 circa 12 milioni di euro.

In attesa di soluzioni, la preoccupazione monta. L’UE è il secondo produttore di carne suina al mondo, dietro la Cina. Germania, Spagna e Francia rappresentano la metà della produzione.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 32/2022
Aviaria e peste suina preoccupano l’Europa
di A. Di Mambro
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